Copertina


Blog fondato da Giuseppe "Pippo" Ripa


dedicato a GIOVANNI ARDIZZONE


in memoria di Luciana Donazzi

scomparsa il 24 agosto 1997, gentile amica di tutti noi,

in memoria di

Claudio Bertoluzzi (✝ luglio 2006) - Pier Luigi Golino (✝ maggio 2003) - Luciano Riffaldi - Salvatore Gozzo - Guido Gennaro - Danila Zadra (✝ 11 aprile 2007) - Tiziana Begarani - Marina Bonora - Nino Amato - Gegé Falaschi - Vincenzo (Gianni) Pennetta - Matteo Guerini (✝ aprile 2006) - Lalla Bosi - Marco Pennacchioni (✝ 1994) - Valentino Santoni - Augusto Agazzani (2011) - Anna Nay Savina - Enzo Baldoni - Gino Gorgoglione (✝ dicembre 2011) - Giuseppe Ripa (✝ 24 maggio 2012) - Mario Pramaggiore (✝ 16 giugno 2012) - Fausto Salghetti (28.11.2013) - Salvatore Caputo (10.01.2015)

Daria Acquisti (9.06.2016) - Roberto Baldini - Giorgio Scaglia (2007) - Marchionni - Franco Selandari - Gigi Ziliani (8.12.2016) - Mariella Alitti (9.03.2017) - Francesco Molinini (13.08.2017) - Marinetta Bagliani - Mario Gervasoni - Nik Sacharidis - Cinzia Mariotti - Liberto Cavallone (18.01.2019) - Franca Gaspari 31.03.2019 - Edmondo Gangitano (20 febbraio 2018) - Corrado Lamberti (17.04.2020) - Gianni Abbate (8 maggio 2020) - Marcello Montedoro (ottobre 2020) - Adele Tonini (22 febbraio 2021) - Annamaria De Pietro (novembre 2020) - Dario Rocchegiani (2 settembre 2021) - Enzo Ruggiero (ottobre 2021 - Gabriella Livieri (28 gennaio 2022) - Luisella Guerra - Rudy Schonhuber (1 novembre 2022) - Vincenzo Marti - Giuseppe Bortoluzzi (17 aprile 2022) - Laura Bertolotti (1 marzo 2023) - Vincenzina Centofanti (27 marzo 2023)

novita'

Quale è la cosa più difficile di tutte? Quella che sembra la più facile: con gli occhi vedere ciò che davanti agli occhi si trova. (Goethe)

lunedì 22 maggio 2023

CRONACHE

(archivio della bacheca)
2.96 


___________________________




😍😍
BELLISSIMA giornata OGGI,
da tutti i punti di vista !
😍😍
😍😍




sabato  11 novembre

 


mio cellulare
348 91 33 423
Pietro Maddaluna



novembre 2023 .  ULTIMA
I N F O
con cambio ora arrivo
arrivo alle 12,15
(non più le 11,30)
PARTECIPANTI

1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Mirella Zocchi
4 Enrica Molignoni e
5 Alberto Giussani
6 Beatrice e
7 Guido Noè
8 Nino Bosco
9 Edoardo Sanfilippo
10 Silvia Castagna e
11 Franco Andretta
12 Anna  e
13 Luigi Limardo (Cip)
14 Flavia Molinari e
15 Renato
16 Pietro Maddaluna
17 Luigi Bonani e
18 Anna Maria
19 Daniele Mascanzoni
20 Michele Sangirardi
21 Patrizia e
22 Maurizio Manfioletti
23 Domenico Carbut
24 Stefano Ripa
25 Nino Alloggio
_______menù________
(41 euro cad)
salumi
giardiniera
gelato di grana padano
polenta con zola
cotechino e lenticchie

risotto alla zucca
ravioli pizzoccherati con burro e salvia

brasato con polenta

tortino carote e cioccolato

caffè e ammazzacaffè, 1 bottiglia di vino ogni 2 commensali
***
Cascina sant'Ambrogio
Rosate (Mi),  sp 38 km 4,800  





novembre 2023 .  27
Al 29mo incontro parteciperà anche il figlio di Pippo e, or ora, il nostro Nino Alloggio !!
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Gianbattista Giudici
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Enrica Molignoni e
7 Alberto Giussani
8 Beatrice e
9 Guido Noè
10 Nino Bosco
11 Edoardo Sanfilippo
12 Silvia Castagna e
13 Franco Andretta
14 Anna  e
15 Luigi Limardo (Cip)
16 Flavia Molinari e
17 Renato
18 Pietro Maddaluna
19 Luigi Bonani e
20 Anna Maria
21 Daniele Mascanzoni
22 Michele Sangirardi
23 Patrizia e
24 Maurizio Manfioletti
25 Domenico Carbut
26 Stefano Ripa
27 Nino Alloggio

*






novembre 2023 .  Mercoledì chiudo                      iscrizioni 29mo
La
grande  BELLEZZA














UN GIORNO  INSIEME,
non puoi mancare
________
ore 11,30
****






novembre 2023 .  25
Con appuntamento alle  11,30 ..
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Gianbattista Giudici
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Enrica Molignoni e
7 Alberto Giussani
8 Beatrice e
9 Guido Noè
10 Nino Bosco
11 Edoardo Sanfilippo
12 Silvia Castagna e
13 Franco Andretta
14 Anna  e
15 Luigi Limardo (Cip)
16 Flavia Molinari e
17 Renato
18 Pietro Maddaluna
19 Luigi Bonani e
20 Anna Maria
21 Daniele Mascanzoni
22 Michele Sangirardi
23 Patrizia e
24 Maurizio Manfioletti
25 Domenico Carbut
*




novembre 2023 .  Per due sorrisi ..
 uno 
 due 
Vignette del nostro 
Massimo Appiani 





novembre 2023 .  ore 11,30 !!
non  tardare !!
sì da dar un occhio (e star insieme)
mi  raccomando !!!







novembre 2023 .  i SANTI

TUTTI  i SANTI

1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Gianbattista Giudici
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Enrica Molignoni e
7 Alberto Giussani
8 Guido Noè
9 Nino Bosco
10 Edoardo Sanfilippo
11 Silvia Castagna e
12 Franco Andretta
13 Anna  e
14 Luigi Limardo (Cip)
15 Flavia Molinari e
16 Renato
17 Pietro Maddaluna
18 Luigi Bonani e
19 Anna Maria
20 Daniele Mascanzoni
21 Michele Sangirardi













cascina  Sant' Ambrogio
_____________________
auguri a tutti 






27 ottobre 2023 .  VENTUNO
Con  Michele Sangirardi  al XXIX°
saremo in VENTUNO in allegra compagnia.

i



24 ottobre 2023. la Rosa dei Venti
Viene dal NORD ma NON è Tramontana !

Da Uppsala (Svezia) oggi :   Daniele Mascanzoni
°°°°
i V
enti
______*______
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Gianbattista Giudici
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Enrica Molignoni e
7 Alberto Giussani
8 Guido Noè
9 Nino Bosco
10 Edoardo Sanfilippo
11 Silvia Castagna e
12 Franco Andretta
13 Anna  e
14 Luigi Limardo (Cip)
15 Flavia Molinari e
16 Renato
17 Pietro Maddaluna
18 Luigi Bonani e
19 Anna Maria
20 Daniele Mascanzoni






23 ottobre 2023. uno ? DUE  !
D I C I  U ' in più
(giorno/mese=appello)
RISULTATO  :
-----non uno, due-----
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Gianbattista Giudici
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Enrica Molignoni e
7 Alberto Giussani
8 Guido Noè
9 Nino Bosco
10 Edoardo Sanfilippo
11 Silvia Castagna e
12 Franco Andretta
13 Anna  e
14 Luigi Limardo (Cip)
15 Flavia Molinari e
16 Renato
17 Pietro Maddaluna
18 Luigi Bonani e
19 Anna Maria
(da 17 a 19 : minimo sindacale a un soffio)
😁😁




21 ottobre 2023. Le due corna 


Le Due Corna 
del Dilemma.

Ci vado, mi iscrivo.
Non ci vado, stavolta salto.
______________________________________________

Tanti i buoni motivi per iscriversi.
Su tutti :  vivere una giornata che profuma 
di nostra (quasi) andata giovinezza.

Aggiungi che la cascina è vicina  Milano e l'organizzazione 
ti può aiutare ad andare e tornare. 
Il Posto è piacevole per una gita appena fuori porta.
Ma ancora, e SOPRATUTTO, il  "ogni lasciata è persa" 
(che vale sempre, come poetava il Magnifico)  ad una
certa età diventa IMPERATIVO CATEGORICO !

20171101_160610 (2) - Copia - Copia - Copia - Copia.jpg
 
.
.
       V      A       D       O

.
PUNTO

La foto è come sempre della cascina sant'Ambrogio




18 ottobre 2023. 17
Ho scambiato il mio posto con il Titta,
già vicino di camera al decimo (.. maschile :
al femminile altri i sensi)
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Gianbattista Giudici
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Enrica Molignoni e
7 Alberto Giussani
8 Guido Noè
9 Nino Bosco
10 Edoardo Sanfilippo
11 Silvia Castagna e
12 Franco Andretta
13 Anna  e
14 Luigi Limardo (Cip)
15 Flavia Molinari e
16 Renato

17 Pietro Maddaluna
(IGP in appatati/intrugli  antimalocchio)



17 ottobre 2023.   seDici
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Pietro Maddaluna
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Enrica Molignoni e
7 Alberto Giussani
8 Guido Noè
9 Nino Bosco
10 Edoardo Sanfilippo
11 Silvia Castagna e
12 Franco Andretta
13 Anna  e
14 Luigi Limardo (Cip)
15 Flavia Molinari e
16 Renato
SeDici  sì   ( =diciassettesimo )   mostri a tutti
di  NON essere  un oscurAntista. ISCRIVITI subito,
NON   perdere   l'occasione !!!
😁😁




17 ottobre 2023. Rudy
Selfi di oggi : Fernando e Carlo.  Con 
la foto qui sotto (e sua didascalia)
speditami da Carlo Geri
" questa foto è del 2016, quando siamo stati
dalle tue parti.   Che dispiacere. "
CIAO, RUDY !




16 ottobre 2023.   al Bassini
Al Bassini ma quasi tutti provenienti dal Cusm
in alto : Giacomo Massetti, Lupo, Totò Zema, Piero Danise ;
 in basso gli ultimi due sono  Felice Lacetera e Paolo Pulina.
Questa foto è anche in "4. COME eravamo": vedi
colonna sx del BLOG (versione web)


NdR
del 4 ottobre
E' visibile "il 28mo incontro (Torrazzetta)". 
Colonna sx Blog 



 ottobre 2023.   TREdiCI
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Pietro Maddaluna
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Alberto Giussani
7 Guido Noè
8 Nino Bosco
9 Edoardo Sanfilippo
10 Silvia Castagna e
11 Franco Andretta
12 Anna  e
13 Luigi Limardo (Cip)
 ...




Pavoneggiar !
      .  da antipasto ad ammazzacaffè, con una bottiglia
          di vino ogni due persone :  41 euro cad 
  .  garantito passaggio da Milano alla Cascina
Sant' Ambrogio (e ritorno)
 !
 Sì ! 



ottobre 2023.   Paolo Macrì
Sulle orme di don Benedetto
(... Laterza - Croce)




ottobre 2023.   Avanti, unDici
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Pietro Maddaluna
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Alberto Giussani
7 Guido Noè
8 Nino Bosco
9 Edoardo Sanfilippo
10 Silvia Castagna e
11 Franco Andretta





ottobre 2023.   NUOVA destiNAZIONE 
Come da mail oggi inviata al gruppo cusm
quota cad :   41 euro
"PRESENTE !"
1 Adriano Decarli
2 Fernando Palombo
3 Pietro Maddaluna
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Alberto Giussani
7 Guido Noè
8 Nino Bosco
9 Edoardo Sanfilippo
 ...


consigliAto
mi sono 
adeguAto



30 settembre 2023.    VARIAZIONE
(probabile cambio destinazione)
Cascina Sant'Ambrogio in luogo di  Cascina Guzzafame
domani la decisione
(su indicazione di Alessandro Borghese)




30 settembre 2023.    Chi
partecipa al 29mo incontro
1 Adrian Decarli
2 Fernando Palombo
3 Pietro Maddaluna
4 Mirella Zocchi
5 Giacomo Zerilli
6 Alberto Giussani
7 Guido Noè
8 Nino Bosco
9 Edoardo Sanfilippo
 ...






28 settembre 2023.    dal ns Luigi Eusepi ..

Sesto San Giovanni (Milano) – È stata chiusa la progettazione definitiva per il nuovo studentato di via Milanese, che nascerà al posto di una centrale Enel dismessa da anni. Nel giro di due anni, a confine con Milano, la struttura metterà a disposizione 500 posti letto per gli universitari fuori sede: di questi 72 saranno riservati per il diritto allo studio, vale a dire per gli studenti meno abbienti che potranno usufruire di un prezzo convenzionato.

“A maggio 2022 abbiamo mandato un avviso a tutte le università che fossero interessate a posti letto di questo tipo. È stata siglata una convenzione con l’Università degli Studi Milano Bicocca, che è la più vicina a questa futura struttura e che ha un gran fabbisogno di questi posti letto, almeno 200, perché già dal prossimo anno dovrà rilasciarne alcuni edifici”, spiega l’assessore all’Urbanistica di Sesto San Giovanni Antonio Lamiranda.







28 settembre 2023.    Cascina Guzzafame 

  


13 settembre 2023.    Mail inviata


Obiettivo   30

Chi è d'accordo con me
mi dia un riscontro.  Definiamo
insieme  il posto  e  il giorno


_____________________________________________________
CUSM         incontro 29

      --------------------obiettivo TRENTA------------------------

 dai una mano 

( NdR :  per le foto vedi sotto  ... )





le

BU0NE VACANZE
ECCOCI  ...
da Mario Liccardi ( .... )
Mario
da Mirella Zocchi
da Manuela Pallavicini
da Flavia Carnevali
da Enza e Pippo Uras
da Corrado Caselunghe
da Edoardo Sanfilippo
 
da Pietro Maddaluna
da Giacomo Zerilli
da Luigi  Limardo
da Adriano Decarli
da Fabio Lunelli
Fabio
Fabio (...  vedi 29mo)










20 luglio 2023  .     Da Paolo Pulina

LA SCOMPARSA DEL POETA E SCRITTORE 

FRANCO FRESI  È UNA GRANDE PERDITA PER

 LA GALLURA E PER LA SARDEGNA INTERA

 

.  ** TOTTUS  IN  PARI  **  








13 luglio 2023  .   da Giorgio


Opache, calde, amare acque di Fukushima.

Il primo ministro Kishida, che per cultura compete con Salvini e per cervello con Tremonti, ha appena ricevuto dalla IAEA il permesso di scaricare le acque residue dell’ex centrale atomica nel mare. Per pudore, di cui giapponesi e soprattutto giapponesine son cultori, non ha detto quanto ha sborsato per riceverlo, ma comunque è chiaro che Kishida è la classica “pastura di fuchi” di cui parla Platone nel libro ottavo de “La repubblica”, mentre i “fuchi” sono i padroni della famigerata agenzia IAEA.

Questa agenzia dovrebbe essere un organismo internazionale, invece a tutti gli effetti è un organismo sovra-nazionale, nel senso che fa il cazzo che vuole e nessuno ci può metter becco.

Comunque la scenografia dell’evento è stata perfetta : il funzionario della IAEA ( non affetto da pudore) ha consegnato a Kishida una splendida cartella di color azzurro ( come dire che la natura non subirà danni ) e i due, ripresi da innumerevoli scatti fotografici, si sono stretti calorosamente la mano : commuovente!

Ovviamente cinesi e coreani sono furibondi e usando una espressione diplomatica hanno detto che la decisione della IAEA è stata un po’ affrettata ( cioè la IAEA ha fatto in fretta a contare le banconote).

Bacioni a tutti, sia ai belli, che ai brutti.  Giorgio

from  藤沢






30 giugno 2023  .   di  Fabio le gesta

Da whattsApp Cusm.       Così Fabio Lunelli ci  
documenta di sue gesta.    Grande Fabio (classe 1943 !) 
...
23 giugno sveglia ore 6:00 Orio al Serio, aeroporto di Catania in macchina ad Acireale. Ore 15:00 campionati italiani master su pista, gara dei 200 m ostacoli secondo arrivato dietro a uno tosto che saltava meglio di me ma io ero più veloce nei tratti di corsa morale sia pure per poco ma ha vinto lui. Finita gara automobile a Catania, aereo ad Orio al Serio e in macchina a via Friuli 38 ad ore 24. Fine della follia il giorno dopo a Rapallo raggiungo Paola col treno, bel bagnetto a Paraggi.  Un 23 giugno movimentato ...
NdR :  ti ricordo che Fabio risiede  in via Friuli 38, Milano.
1
2
GRANDE  Fabio
(Non Solo MarciaLonga)







14 giugno 2023  .     Carachino

Ricevo da Salvatore Carachino :
1.  Una testimonianza riferita allo scritto  di Norma 
Casilio del 22 maggiO (più sotto pubblicato)
2.  il punto su sua attivita svolta da allora fin a ora 

1
Norma Casilio forse non ricorda che la bella la quale 
faceva impazzire Giuseppe Monteleone si chiamava 
Elena Perini. E non sa quante volte il Giuseppe per lenire 
la sofferenza amorosa venne in camera mia a raccontare, 
raccontare, chiedere consiglio. Una passione sventagliata 
comunque ai quattro venti.
2
L’opera letteraria di Salvatore Carachino nelle edizioni QuiEdit Verona

Assommano ormai a cinque i romanzi di Salvatore Carachino, autore di origini salentine e veronese di adozione. La sua è una attività tarda e come a completamento della professione di insegnante di lettere nelle scuole superiori. Utile quindi un accenno biografico. Carachino parte da Galatina nel 1963 con una borsa di studio per il Collegio dell’Università Statale di Milano con sede a Sesto San Giovanni. Si lascia alle spalle gli studi liceali di stampo idealistico e una società paesana dominata da una borghesia terriera connivente con il vecchio e pervasivo credo religioso. Porta con sé l’immagine di famigliari e di amici fedeli, nonché il ricordo delle stagioni estive trascorse ad aiutare il padre nel lavoro dei campi. Cinque anni nella città lombarda rappresentano per il giovane la fondamentale rivoluzione di vita. Tutti i temi della futura elaborazione letteraria hanno le origini in questo tempo di studio, di riflessione ed anche della prima passione d’amore. Ascolta Fubini ai corsi di letteratura italiana, Dal Pra a filosofia, Musatti per la psicanalisi; incontra studenti di altre regioni italiane e di paesi stranieri. È il tempo storico dell’osmosi sociale e del movimento studentesco al quale partecipa a margine per il suo carattere schivo e per l’urgenza di laurearsi e di inserirsi nel mondo del lavoro. È il tempo delle prime letture dei classici del socialismo, dei viaggi sull’Espresso del Levante insieme con operai occupati nelle industrie italiane ed estere, insieme con i proletari delle forze dell’ordine dei quali parlerà Pasolini. Da insegnante a Verona decide di conseguire anche la laurea in Filosofia. Per lungo tempo chiuso nei ricordi, si risolve ad affrontare nella scrittura temi che hanno avuto un lungo periodo di incubazione. «Resto un professore di scuola» lui afferma. E a scuola ha ragionato con i suoi studenti di mercato e stato, di guerra e di pace, di religione oscurantista e di fede liberatrice, di solitudine e di amore, di sottomissione e di rivoluzione.

   Un giorno il foglio e la penna, il computer… È il romanzo di esordio Il professore di lettere Luigi De Santis del 2006. Riscritto e ripubblicato da QuiEdit Vr nel 2018 come Professor De Santis. Nelle sequenze narrative non potevano non ripresentarsi i grandi classici letti e commentati con gli studenti. Ecco, per citare, il Cechov de La signora col cagnolino, il Mann de I Buddenbrok, con le celeberrime pagine di Hanno B. a scuola, e poi Dante, Leopardi, Luzi, il Calvino de Il cavaliere inesistente. Le riflessioni su Gramsci e sull’intellettuale organico.

   Nelle opere successive assistiamo allo svolgersi approfondito e in modulazioni diverse di quei temi con lontane radici. Tranne in Clara Weber, storia veronese, le altre opere hanno lunghe sezioni ambientate in terra salentina e pervase di nostalgia. La narrazione è concentrata su un ragionare filosofico che si esprime in coloritura drammatica come in allegra vivacità, in tono ironico come in malinconia. L’orchestrazione classica del racconto vede pochi e ben definiti personaggi in uno sviluppo lineare, teatrale, mai ondivago, della trama. In continuità con l’esperienza scolastica è sempre in primo piano la formazione intellettuale dei personaggi, conclusa o in divenire. Ogni romanzo è connotato da singolare originalità costruttiva. In Una lanterna aggiunta e in Allegra e le 96 tesi troviamo racconto e testo teatrale; in Professor De Santis i capitoli con focalizzazione interna fissa cedono alla voce diretta del protagonista; in Clara Weber un evento storico si intreccia con l’immaginario di una compagnia teatrale impegnata a tradurlo in recita.

   Professor De Santis, 2018. Il giovane Luigi De Santis, docente di lettere in un istituto tecnico di Verona, accompagnando in Salento la sua classe quinta, rivede la sua terra d’origine. Nel clima festoso e vivace tipico dell’extra scuola la studentessa Milena, mossa ad atteggiamenti seduttivi verso il professore[A1] [A2] , risveglia in lui il ricordo di Luisa, compagna di università e figura di senso. La storia della travagliata formazione del personaggio De Santis è collocata a Milano negli ultimi decenni del secolo, quando ormai il mondo accademico davanti alla globalizzazione delle tecniche si chiudeva in stanchi miti ed il paese assisteva ad un pericoloso conflitto sociale che avrebbe[A3]  condizionato le generazioni future. Tema che realizza l’unità narrativa è il viaggio. Viaggio come rinnovamento, estasi, ma anche gioia-dolore del ritorno. Il professore è consapevole di essere per Milena punto di riferimento intellettuale e nel contempo oggetto, verosimilmente non unico, di prime prove di seduzione. Nel conflitto tra razionalità e passione la lucidità è soccorsa dalla memoria di una giovinezza difficile, mentre il desiderio è alimentato in modo devastante dalle esperienze con il gruppo classe, dal vissuto in spazi aperti. I capitoli che raccontano l'avventura salentina, destinata a prolungarsi nella città scaligera, si alternano con quelli della memoria. Le due storie, inizialmente estranee e distanti, andranno via via messe a specchio nel finale. Una riflessione sull’esperienza drammatica dell’insegnamento: se ogni lezione che sia appassionante per tutta la classe contiene una speciale promessa a tutti i ragazzi, allora bisognerà augurarsi che la società non la mantenga poi solo con alcuni.

   Una lanterna aggiunta – Ritorno in accademia, 2016. Soti Pasina, direttore di biblioteca in un paese del Salento, ha riportato da un viaggio in India con la figlia Sofia e l'amica di lei Claudia una serie di fotografie del grande raduno religioso del Kumbh Mela. Il francescano Alfonso Aloisio propone una selezione di foto per l'attività parrocchiale. Gli incontri in un circolo letterario diventano occasione di dialogo sul destino delle religioni. Sono spesso coinvolte le due giovani, aggressiva e malinconica Sofia, tempestosa e provocatrice Claudia.  Emerge l'idea che i credenti, se vogliono vivere nel mondo moderno, sono chiamati a tradurre i contributi rilevanti della loro fede in un linguaggio universalmente comprensibile e a rinunciare non alla loro tradizione identitaria, ma alla autorità vincolante e alla validità universale che quel passato ha sempre preteso. Con il gruppo dei viaggiatori si è accompagnata una signora, Gaia, la cui immagine ricorrente, unita ad una saltuaria presenza come villeggiante in Salento, lascia intendere una storia d'amore con Soti destinata a nuovi sviluppi. In frate Alfonso alla suggestione fotografica suscitata dal fantasmagorico evento religioso e dai paesaggi della regione indiana si aggiunge un nascosto incantamento per una donna affascinante e perturbatrice, a innescare forse una crisi esistenziale. Ritorno in accademia è la commedia che si immagina scritta dal Pasina con un personaggio femminile destinato alla interpretazione della figlia, attrice dilettante. Nella trama Toti, ex parlamentare agli arresti domiciliari, ha ottenuto dal giudice la possibilità di recarsi nella vicina sede di una accademia letteraria dove potrebbe ravvedersi con buone letture e positive frequentazioni. A contrasto con lo squallore di individui invischiati in loschi affari spicca una figlia ribelle che, pronta all’irrisione e al sarcasmo, ostinata ma anche rassegnata al fallimento, non perde occasione per rivolgere feroci critiche al padre e per scatenare violenti litigi con il fidanzato che ha deciso di abbandonare.   

   Allegra e le 96 tesi – Il principe chierico, 2020. In una villetta di campagna tre giovani amici chiamano per una serata in allegria una professionista del piacere, della quale hanno notizia come colta e vivace conversatrice, scommettendo su chi sarà scelto per restare solo con lei. Al suo arrivo e poi con il sopraggiungere di altre due sue compagne essi rimarranno a lungo sospesi tra una possibilità di svago al di sopra di ogni aspettativa e una situazione che si prospetta intrigante. Le tre donne si presentano come suore ribelli e disinibite, impegnate in una vasta e segreta organizzazione per diffondere un libello clandestino con 96 tesi per una riforma della Chiesa a cominciare dall’abolizione del celibato. Un soggetto incendiario nella cornice di una diabolica giostra. Il principe chierico è il racconto dell’anziano professore Salvo C. che ha scritto la commedia e che, di ritorno nel paese di origine in Salento, spera anche di affidare la sua opera a gente di teatro. Conosce Amira, una giovane siriana impiegata alla reception nel suo albergo con la quale condivide idealità ma anche un senso di estraneità al paese. E come la primavera con i suoi fiori si riprende un paesaggio devastato dalla malattia degli ulivi, così la straniera pare destinata a riversare la sua forza vitale su una terra che il vecchio invece abbandona per sempre. La parola è tesa a distinguere tra responsabilità e destino in una storia segnata da vecchie fedi, deboli legami sociali, distacchi dolorosi.

   La collega di religione, 2022. Paolina Convalli, insegnante di religione, Mario Ramesa, di lettere. Giovani docenti al primo anno in un liceo veronese e con una classe quinta in comune. Lei, assillante con le proposte di coordinamento tra le loro materie, irrita il collega che, pur riconoscendo un agire per forte simpatia se non per innamoramento, teme una intenzione di controllo ideologico non esente da gelosia professionale. Non è attratto da una donna dall’aspetto ordinario, sposata, ma le manifesta stima cui si aggiunge nel tempo una sincera affezione. È convinto di una libertà assoluta nel suo insegnamento mentre Paolina deve conquistarsela con fatica quella libertà, trovandosi sempre esposta nella interpretazione storica del deposito di fede come su spinosi temi etici. La quotidianità avvicina i due colleghi impegnati nelle problematiche di classe come in roventi dialoghi a carattere filosofico e politico. E proprio delle spavalde certezze laiche dell’uomo lei è sempre a dolersi, amandolo non ricambiata. Chi è Paolina? Una docente che si sente isolata in un collegio di sfiduciati, che ha chiesto a Mario una collaborazione risultata sempre improbabile o tesa, che si vede costretta anche a misurarsi con la bella di turno. Posta a grave rischio per la sua cattedra, per la sua opera di volontariato in parrocchia e per il suo matrimonio già difficile, si ritrova chiusa in una prigione dei sensi visitata dalle furie. Con una apertura ad esiti rivoluzionari.

   Clara Weber, 2023. (Modifica testo edito nel 2010) Al giovane professore Lucilio Corradi, che in ospedale a Verona assiste per lunghi giorni il padre gravemente ammalato, viene chiesto dal primario di reparto e attore dilettante di collaborare nella ricerca di fonti per uno spettacolo sulla Grande Guerra. Dal suo incontro con l’infermiera Clara si sviluppa una storia drammatica che assume un forte valore simbolico a specchio di ciò che deve essere rappresentato. Donna contesa da uomini molto diversi per formazione e carattere, coinvolta nel progetto teatrale come corista e comparsa, segue Lucilio con attori e attrici in escursioni mirate su tracce del conflitto che le nostre montagne hanno conservato. Ai fini di una narrazione unitaria, di una continuità tra il vero e l’invenzione, la materia delle fonti, riportata parte in originale e parte in adattamento, si intreccia con la complessa e struggente evoluzione dei sentimenti dei due protagonisti; è l’elemento correlato alla fantasia, recita evocante un passato doloroso e incancellabile. L’autore con questo singolare romanzo a sfondo storico ci conduce nella letteratura dell'anima, quella che con le passioni dei personaggi esprime più direttamente i legami sociali e i valori fondati sui grandi eventi della storia nazionale.

 





 ** TOTTUS  IN  PARI  **  

 *








1 giugno 2023  .     29mo
Premesso che il periodo è OTTOBRE e la data 
da decidere, il problema è il DOVE tenerlo 

1ma ipotesi :    in Lunigiana (con Franco Bonini)
Abboffata di funghi secondo la tradizione consolidata
da ben quattro incontri (3° - 8° - 12° - 24°).  Certo la 
meta è lontana e, con l' aria che tira e l' età che macina
(con connesso ridursi del numero degli autisti) unita a
succhi gastrici (e non solo) meno collaborativi, alto 
sembra il rischio di buca (scarsa  partecipazione) 

2ma ipotesi :    in Milano / suo interland
Soluzione certo più agevole sia per l' oggi che per il domani
(il Trentesimo). Un posto non distantissimo da una fermata
MM. Sesto San Giovanni, San Donato (ecc) farebbero al 
caso. Chi abita / frequenta questa zona della Lombardia
dovrebbe darci  qualche dritta.    

Altre (DIVERSE) ipotesi sono  B E N V E N U T E  !!!!!
ATTENDO  MAIL  ...

tra  QUATTRO  mesI
OCTOBERFEST
DACCI una MANO








31 maggio 2023  .     Paolo
Intervista con Paolo Pulina, pilastro 
culturale della Fasi.         Suoi i
tre volumi “Cronache dae su disterru"

 ** TOTTUS  IN  PARI  **  

 *








30 maggio 2023  .    FotoGraFare
Nel giorno del compleanno di Mario Liccardi, 
a Milano (Palazzo Reale)  "Helmut Newton Legacy"
per migliorare il NOSTRO modo   di INQUADRARE
 quel  di BELLO ch' è a NOI  d' intorno.  
A seguire piZZa, biRRa e pur deSSert, con il caFFè.  
I n F i n e ,  
per RiCorDare,   eccoci davanti alla
   Banca Nazionale dell' Agricoltura di piazza Fontana  :
Giacomo, Pietro, Massimo, Mario
( Zerilli, Maddaluna, Appiani, Liccardi )
 
 







22 maggio 2023  .    Di Norma Casilio
Norma competa oggi  il suo PRIMO reportage (66/67). 
Ne seguiranno altri due.     Il 19 novembre 2021 avevo 
pubblicato qui (sul Blog) i primi 10 capitoli
 ora archiviati (2.94  - 19 dicembre 2021) ad essi Norma ora
  aggiunge l'undicesimo, il dodicesiomo e il tredicesimo
(oltre a far qualche modifica ad alcuni deprimi dieci).
  Per non sbagliare, e in aiuto a chi non ha doti da
 eleFante, pubblico tutti e 13 i capitoli.  BUONA LETTURA.
CUSMINORUM FRAGMENTA

- 1 -

ANNO ACCADEMICO 1966/67

 

1)      I sulmonesi ed il CUSM

Nel 1966, dopo l’esame di maturità, io e la mia amica Vincenzina Centofanti vincemmo una borsa di studio per frequentare l’Università Statale di Milano e soggiornare gratuitamente nel Collegio Universitario Statale Milanese (CUSM).

Il CUSM già ospitava alcuni studenti di Sulmona, tutti borsisti: Paolo Macrì dall’anno accademico 1964/65, Paola Bonaminio e Liana Liberale dall’a.a.1965/66.

In realtà io non potevo considerarmi proprio una sulmonese d.o.c.: nata a L’Aquila, ero approdata nella bella cittadina abruzzese, patria di Ovidio, a dodici anni, in seguito al trasferimento di mio padre per motivi di lavoro. Era cancelliere al Tribunale de L’Aquila e gli venne prospettata la possibilità di diventare cancelliere capo della Pretura di Sulmona. Chi mai avrebbe rifiutato?

Per me lasciare la città dove ero nata costituì uno strappo doloroso. Ma, dopo aver frequentato a Sulmona la seconda e la terza media e i cinque anni del liceo classico, mi scoprii completamente integrata in quella realtà di provincia.

Per spiegare che cosa il CUSM abbia rappresentato soprattutto per noi ragazze sulmonesi bisogna fare un passo indietro e raccontare come fosse organizzato e diretto con pugno di ferro il liceo classico “Ovidio” di Sulmona nella prima metà degli anni sessanta, circa sessant’anni fa.

Le classi dovevano essere, secondo la visione del Preside, rigorosamente solo maschili e solo femminili. In realtà esisteva, formatasi per cause di forza maggiore, anche una classe mista, che per questo… veniva sorvegliata a vista e guardata con sospetto dalla massima autorità del liceo!

Queste le regole del Preside Alfonso A., chiamato affettuosamente da noi “Fofò” …

Noi ragazze dovevamo entrare a scuola alle 8,20, mentre i nostri compagni alle 8,25. I due gruppi non si dovevano mescolare salendo le scale. I ritardatari erano ammessi in classe solo “in via del tutto eccezionale”. Durante la ricreazione i due gruppi non si dovevano incontrare: esisteva una linea di divisione invisibile nel corridoio che non doveva essere superata per nessun motivo. L’uscita era regolata come l’entrata.

Era come se all’interno di uno stesso edificio scolastico esistessero due scuole separate. A volte però mi veniva affidato da qualcuno dei miei docenti il compito di andare in biblioteca o in sala professori a prendere qualche libro, perciò dovevo per forza addentrarmi nella metà proibita del corridoio… E siccome le lezioni si svolgevano generalmente a porta aperta, riuscivo a sbirciare nell’aula della IIIA il mio “lui” che seguiva attentamente le lezioni. Che emozione!

Impossibile, durante le ore di scuola, parlare con i nostri compagni maschi. Impossibile chiacchierare con loro o scherzare durante la ricreazione.

Fuori di scuola la situazione migliorava, ma era regolata da una ritualità precisa.

C’era il rito dell’accompagnamento: un ragazzo cominciava ad accompagnare una ragazza per la quale provava un certo interesse; lei però di solito si trascinava dietro come minimo un paio di amiche, almeno fino al momento della “dichiarazione”... Allora, nel caso dell’accettazione del legame da parte della ragazza, si formava una coppia, ed automaticamente le amiche smettevano di fare da chaperon… Si passeggiava nella Villa comunale, la domenica si ballava nelle case al suono del giradischi, sotto l’occhio vigile ma discreto dei genitori, e gli amori, quelli già nati e quelli che nascevano a suon di musica, erano regolati da inesorabili orari di rientro. Guai trasgredire! Musi lunghi e proibizioni erano il risultato, sia pure temporaneo, dell’alzata di testa! Bisognava prendere qualche bel voto per far tornare il sorriso sulle labbra di mamma e papà. Compito facile, per noi ora diventate ospiti del CUSM: eravamo infatti tra le ragazze più brave del liceo classico, fiore all’occhiello dei nostri insegnanti e dei nostri genitori!

E dopo il liceo all’improvviso ci ritrovammo nel CUSM, un grattacielo di tredici piani per i ragazzi e un palazzetto di quattro piani per le ragazze, che però non erano molte e venivano ospitate solo in tre dei quattro piani. La costruzione era bella ed elegante e le camere erano singole con bagno annesso. Sembrava un sogno per la maggior parte di noi ragazze, che fino a quel momento avevamo condiviso le camerette con le nostre sorelle. Ora avevamo la possibilità di studiare nel silenzio di una camera solo nostra e questa era una grande opportunità che ci veniva offerta. Ma chissà, forse presto avremmo rimpianto la compagnia delle sorelle…

Tutto era nuovo per noi. Eravamo affidate solo a noi stesse e al nostro buon senso. Il bisogno di confrontarsi con “l’altra metà del cielo” era forte, non avevamo avuto mai dei compagni di classe! Ci era quasi sconosciuto il modo di pensare dei ragazzi e, dal bisogno di percepire “visioni del mondo” diverse dalle nostre, nacquero delle belle amicizie, che arricchirono di sfumature il nostro modo di accostarci alla realtà.

 

2)      I processi alle matricole… Il Giussani

Era tradizione che le matricole fossero sottoposte a dei veri e propri “processi”. Gli studenti più in là con gli anni assumevano un aspetto burbero e severo e cominciavano a tartassare con delle domande spesso tendenziose i poveri malcapitati. Mi è rimasto impresso il processo ad un ragazzo siciliano, che avevano ribattezzato “Randazzo” perché il paese da cui proveniva si chiamava così.  Gli posero una domanda che doveva suonare pressappoco così: “Come  nascono i bambini ?” o meglio “Come si arriva al concepimento?”. L’imbarazzo del ragazzo era terribile… cercava di esprimersi in modo preciso, ma casto, facendo ridere a crepapelle quella masnada di torturatori.

Qualche ragazza andò via piangendo. Di una biondina con i capelli lunghi ricordo benissimo il viso bagnato di lacrime. Si chiamava Augusta e in una foto del blog è in posa con me, Titti, Vincenzina, Rita Senia ed un’altra di cui purtroppo non ricordo il nome.

Anche a me capitò di essere sottoposta ad un processo. La prima domanda fu: “Dove sei nata?” Ed io, grata per la banalità della domanda, mi rilassai nell’ovvietà della risposta… “A L’Aquila”. A questo punto uno studente un po’ spocchiosetto, aquilano, si presentò con nome e cognome e mi chiese se sapevo chi fosse suo padre. Io non lo sapevo. Il “torturatore” era figlio di un primario che lavorava all’ospedale San Salvatore de L’Aquila, ma come potevo saperlo, visto che avevo lasciato la mia città natale a dodici anni? Fui condannata a scrivere per cento volte “Sono una m***a” e fui affidata al Giussani che fino a quel momento aveva mostrato una certa perplessità. Aveva l’aria di chi si sta annoiando a morte e aveva stampata sul viso l’espressione: “Ma chi me lo fa fare?” Sembrava proprio che non vedesse l’ora che questa buffonata finisse. E si mise a contare man mano le frasi che scrivevo, tanto per fare qualcosa… Io le scrissi lentissimamente, con un corsivo bellissimo e rotondeggiante da prima elementare. Giussani aveva l’aria di chi pensa: “Ma quando finirà di scrivere questa qui?” Il bello venne alla fine, quando con voce soave gli chiesi: “ Scusi, ma il soggetto è “io” o “loro”? Penso “loro”, no? “Loro” sono una m***a!” La mia era proprio una provocazione… Era veramente troppo! Fui costretta a riscrivere di nuovo le cento frasi aggiungendo per cento volte “Io”. Ma mi ero proprio divertita. Mi divertii ancora di più vedendo il Giussani andarsene ridendo sotto i baffi. Simpatico ragazzo!!! Un vero gentiluomo.

 

3)      L’amicizia con Francesco Facchini e Francesco Paolo Colucci

Per tutte le matricole ospitate nel CUSM i primi mesi dell’anno accademico ‘66/67 furono quelli della socializzazione con gli altri studenti del collegio, dei processi alle matricole, subiti con un certo divertimento, nonostante tutti gli sforzi dei “giudici” per risultare antipatici… furono quelli dei discorsi sui massimi sistemi, delle ore passate a perdere tempo, dei balli e dell’ascolto della musica in teatro… Abituati al regime un po’ oppressivo del liceo, la libertà ci diede un po’ alla testa, fu come ritrovarsi all’improvviso sulla cima del K2! Avevamo formato un bel gruppetto di ragazzi e ragazze, ma molti di noi erano borsisti, perciò, se volevamo rimanere lì, dovevamo impegnarci nello studio...

Organizzare le giornate di studio era difficile per una matricola. La mattina partivano due pullman per le sedi universitarie di Festa del perdono e di Città studi, uno per gli studenti “umanisti”, l’altro per quelli “scientifici”. Ci riportavano indietro all’ora di pranzo e questo avanti ed indietro si ripeteva di pomeriggio. Seguire le lezioni non era semplice, bisognava prendere appunti e riordinarli, ed un registratore a volte avrebbe fatto proprio comodo... Gli esami, oltre al corso, prevedevano molte parti che bisognava studiare da soli, perché si presupponeva, ed allora era realmente così, che dei ragazzi usciti dal liceo fossero in grado di leggere, capire e studiare da soli tomi pesantissimi.

Ebbene, in questo contesto l’amicizia con i ragazzi fu fondamentale. Si muovevano con più disinvoltura in questo nuovo mondo rispetto a noi, o, per lo meno, questa era la mia sensazione.

Ci si vedeva sul pullman ed inoltre all’ora di pranzo e di cena. I tavoli erano per quattro e quelli che erano diventati amici spesso ne occupavano due o tre vicini. Oppure, al contrario, si diventava amici perché ci si ritrovava più volte a mangiare in tavoli vicini. Ma di che cosa si parlava? Io, Titti e Rita spesso chiacchieravamo con Francesco Paolo Colucci e Francesco Facchini. Si scherzava, ma si affrontavano anche argomenti seri, se capitava.

Penso di aver imparato di più sulla Resistenza dai discorsi di Francesco Facchini piuttosto che da tutto quello che avevo studiato fino a quel momento… Sono stata la sua prima studentessa, ma credo che lui non l’abbia mai nemmeno lontanamente supposto!

Francesco Paolo Colucci era forse il più brillante nel nostro gruppetto di matricole “umanistiche”. Studiava filosofia ed a lui sono debitrice di un ottimo consiglio: smettere di frequentare il corso di filosofia teoretica tenuto dal Paci, per passare al corso di filosofia morale tenuto dal Cantoni. Ancora oggi, quando sento parlare di Husserl e della epochè mi vengono i brividi… Ed ancora oggi penso a Francesco Paolo tutte le volte che sento parlare di filosofia teoretica…

 

4)      Il CUSM e l’incontro tra classi sociali

Noi ragazze eravamo piuttosto insicure nell’approccio al nuovo mondo, in particolare noi di Sulmona, catapultate in una realtà così diversa dal nostro liceo…

L’ambiente del collegio che ci aveva accolto era lussuoso, il giardino magnifico, le camere confortevoli. Non dovevamo preoccuparci di nulla, dovevamo soltanto studiare! Vi erano anche campi da tennis e da bocce, per rilassarci nel tempo libero. E che dire del teatro, del soggiorno e della biblioteca? Il bar ci confortava con un orario piuttosto prolungato, si poteva studiare in biblioteca anche con i ragazzi, nel soggiorno si chiacchierava e si giocava a carte. C’era una sala TV, ma noi matricole preferivamo andare in teatro ad ascoltare le canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones. Ci scatenavamo con il twist e il rock fino allo sfinimento, oppure cantavamo le canzoni dei nostri cantanti preferiti. Oltre ai Beatles adoravamo Gianni Morandi e Celentano, ma anche Joan Baez, Bob Dylan e il mitico Elvis erano tra i compagni preferiti delle nostre serate.

Il gruppetto in cui io mi ero inserita era formato prevalentemente da borsisti. Come mai? Forse la timidezza ci accomunava e l’atteggiamento un po’ insicuro di tutti aveva fatto da collante. Era come se ci fossimo riconosciuti come simili.

Ai nostri occhi la popolazione studentesca del CUSM si divideva in borsisti e non borsisti. Inutile negare che noi borsisti eravamo molto fieri di aver ottenuto un regalo così grande grazie alla nostra bravura a scuola. Eravamo grati ed orgogliosi. Ma… da quale mondo provenivano i “non borsisti”?

Fino a quel momento io non avevo percepito a Sulmona l’esistenza di classi sociali diverse tra loro.

La piccola borghesia impiegatizia era la classe sociale più numerosa nella cittadina abruzzese, per cui non c’erano grandi differenze nello stile di vita delle famiglie. Era tutto molto omogeneo. Il tenore di vita si diversificava un pochino solo se la moglie del capofamiglia non lavorava e i figli erano numerosi.

La media borghesia delle professioni (avvocati, notai, medici, farmacisti, ingegneri), del commercio e dell’imprenditoria (agiati commercianti, ricchi artigiani ed imprenditori) a Sulmona costituiva una fascia piuttosto sottile, quasi invisibile, che si percepiva solo quando qualche studente del nostro liceo raccontava di essere andato a sciare o si vantava di aver trascorso parte delle vacanze all’estero.

Studenti provenienti dalla classe operaia e da quella contadina erano quasi assenti nel liceo ed in ogni caso il loro tenore di vita non si distaccava di molto da quello della piccola borghesia impiegatizia.

Le terre infatti erano fertili e rendevano bene, e diverse industrie, tra cui la Fiat, avevano dato lavoro a molti operai. In fondo erano solo gli studi fatti dai genitori a fare la differenza.

Ma ora guardavamo con curiosità la massa dei nostri compagni di collegio e ci chiedevamo chi fossero i “non borsisti” del CUSM... E noi, come ci distinguevamo da loro? Come eravamo percepiti?

A volte nell’atrio si incontravano ragazzi biancovestiti con la racchetta poggiata sulla spalla.

Volti tranquilli, di chi è abituato da sempre a giocare a tennis. Ci sbirciavano e accennavano un sorriso. Non c’era nessuna ostentazione. All’epoca il tennis era ancora uno sport d’élite, ma per loro era normale passare così il tempo libero.

Oppure saliva sul pullman una ragazza con una pelliccetta buttata sulle spalle, come un cappottino qualunque. Un sorriso, una domanda “Che facoltà frequenti?”, così, tanto per rompere il ghiaccio. Un sorriso amichevole e nessuna ostentazione.

Chi tra le più grandi aveva già la macchina si limitava a dire che il papà e la mamma gliela avevano regalata per un unico motivo: farla tornare a casa ogni settimana per il weekend!

Ben presto capimmo che eravamo tutti lì per lo stesso motivo: studiare e crearci il futuro che sognavamo. E, nonostante alcune differenze sociali, non c’erano grandi diversità tra le nostre famiglie nello spingerci a studiare e ad impegnarci il più possibile.

La nostra diffidenza sparì e cominciò l’epoca più bella della nostra vita, quella delle amicizie vere e sincere.

Fu la loro mancanza di ostentazione a creare un clima fraterno.

Il CUSM fin dal primo momento si distinse per questo. O almeno così apparve ai nostri occhi innocenti.     

 

5)      Maria Teresa Sala detta Titti

Titti, quando la conobbi, aveva un caschetto castano scuro alla Caterina Caselli che le incorniciava il bel volto in cui spiccavano due ridenti occhi chiari. Facemmo subito amicizia perché era simpatica, determinata e concreta. Lei era di Carvico, vicino a Bergamo, dove ritornava quasi ogni settimana per rivedere la sua famiglia. Aveva tre sorelle e lei era la più grande. Fino all’ultimo momento era stata incerta se iscriversi a lettere o a matematica, poi aveva scelto lettere perché pensava che sarebbe stato più gradevole insegnare materie umanistiche. Anche lei, come noi, era rimasta sorpresa nel vedere il mondo in cui eravamo piombate, così diverso dal vissuto liceale! E come noi si era lasciata trascinare dal dolce far niente dei primi tempi, quando le serate musicali erano la parte più interessante della giornata.

Per nostra fortuna aveva un papà maestro elementare! Una volta tornò da casa rabbuiata in volto. Chiamò a raccolta nella sua camera me, Rita e qualche altra e ci disse che dovevamo smetterla di perdere tempo così! Suo padre l’aveva sgridata! Eravamo in Collegio per studiare e non per fare baldoria tutte le sere! Lei non sarebbe più venuta, doveva cominciare a preparare l’esame di storia romana.

Era come se il papà di Titti fosse presente lì con tutte noi, per rimproverare anche noi e per riportarci sulla dritta via dello studio!

Basta, dal giorno dopo tutte a studiare!!! Il mio primo esame fu Psicologia con Musatti e il secondo Geografia con il Gambi…

 

6)      Paolo Macrì e la mela

Paolo Macrì era di Sulmona come me e come le altre tre ragazze del liceo classico “Ovidio”. Tutte avevamo ottenuto come lui una borsa di studio. Al liceo era stato compagno di banco del mio “lui”, il mitico Giorgio che era stato valutato dal bravissimo prof. Critani con dieci in matematica. Tutto il liceo ne parlava ancora. Dieci in matematica al liceo classico! Mai nessuno prima!!!

Paolo andava sempre di corsa. Sembrava che avesse sempre qualcosa di urgentissimo da fare. Solo una volta si fermò e mi chiese di Giorgio, che stava frequentando il Politecnico di Torino. La sua fretta perenne mi lasciava perplessa, ma nella mia semplicità pensavo che stesse studiando moltissimo per preparare una bella tesi ed andarsene al più presto dal Collegio dove, a detta di molti, la vita era noiosa e si mangiava davvero male… Forse non vedeva l’ora di cominciare una vita più interessante, al di fuori della nostra gabbia un po’ monotona.

Ed eccoci al punto. Una sera, per caso, io e Titti ci sedemmo al tavolo di Paolo. Non c’erano altri posti. La conversazione iniziò stentatamente. Taleggio e patate erano la cena. Nessun commento da parte mia e di Titti. Lui ci raccontò che qualche volta si faceva preparare dal cuoco delle uova strapazzate. La cosa ci stupì e forse lo stupore venne percepito.

Dopo un po’ il cameriere gli portò la frutta, una mela.

Lui chiese coltello e forchetta. E cominciò la vivisezione della povera mela. Venne tagliata in quattro spicchi, poi venne eliminata, un po’a fatica, la parte centrale di ogni spicchio, quindi si passò alla fase più difficile, eliminare la buccia. L’operazione procedeva con accuratezza, ma con una lentezza incredibile, esasperante. L’atteggiamento di Paolo era concentrato, ma un filo sussiegoso e non stimolava nessun tipo di conversazione. Lo guardavamo in silenzio, un po’ stupite. Semplice scortesia o esibizione?

Alla fine dello spettacolo lui si alzò e ci salutò velocemente, con uno sguardo che ebbe un guizzo indecifrabile. Ci guardammo in faccia allibite e scoppiammo a ridere.

Era stata davvero una esibizione? Ma perché?

“No - dissi io - non è stata una esibizione, ma una semplice esercitazione.” “Vuole migliorare” continuai convinta. “Evidentemente vuole raggiungere livelli di perfezione in ogni campo. Forse vuole essere sempre all’altezza dell’ambiente in cui si trova e in quelli in cui auspica che si troverà.”

“Voleva stupirci, forse…” replicò la mia amica.

“Chissà! Non lo sapremo mai ” aggiunsi io.

Che sofferenza deve essere la vita per i perfezionisti e gli ambiziosi! E che noia cenare con un perfezionista…

Questa fu la nostra conclusione.

E chissà perché questo episodio insignificante mi è rimasto impigliato nella memoria…

 

7)      Stefano Zecchi e la sua corte

La mensa era un locale molto grande, arredato con tavoli per quattro persone e confinante con la cucina. Gli amici, spesso colleghi di facoltà o di piano, pranzavano sempre insieme.

Accanto alla porta d’ingresso del salone - mensa stazionava, di solito al primo o al secondo tavolo, un gruppetto costituito da Stefano Zecchi e dai suoi compagni, sempre molto ossequiosi nei suoi confronti. Lui aveva un evidente atteggiamento da capo, gli altri sembravano i suoi… portaborse! O almeno era questa la nostra sensazione. Quando lui si metteva a ridere, gli altri, immediatamente, lo imitavano e cominciavano anche loro a sghignazzare. Questo fatto non facilitava l’ingresso in mensa di ragazzine ex liceali un po’ insicure e forse troppo egocentriche. Quella risata veniva  sempre percepita come diretta a loro… Come sfuggire all’odioso suono della terribile risata dello Zecchi? Entrare in gruppo parlottando tra noi fu la soluzione, mantenuta per qualche tempo. Ma ora penso che in realtà lo Zecchi nemmeno ci vedesse e che, sicuramente, non ci considerasse degne nemmeno della sua risata… Forse…

 

8)      Giampiera Arrigoni, la più brava del CUSM

Giampiera aveva due anni più di noi ed era bravissima. Tutti sapevano che il suo libretto traboccava di 30 e 30 e lode, ma lei non si dava arie ed era sempre pronta a dare preziosi consigli a noi matricole di lettere. Il più importante per noi? Frequentare gli Istituti, in particolare quello di Filologia classica, parlare con gli assistenti e chiedere loro spiegazioni di qualunque tipo, utili per l’organizzazione del nostro studio ed apprendimento. Era diventata il nostro modello di studentessa dopo l’iniziale periodo di sbandamento dovuto alla novità dell’ambiente.

Un altro motivo di ammirazione da parte nostra era costituito dalla disinvoltura con cui entrava nel salone - mensa. Aveva un’andatura elegante, ed un passo lungo, felpato, da pantera. Non si guardava intorno e non degnava di un’occhiata lo Zecchi e la sua corte, che invece la seguivano sempre con lo sguardo, senza ridere. Incuteva rispetto ed anche un po’ di soggezione. Un mito per noi, anche negli anni successivi.

 

9)      Luciana Donazzi e la sua gentilezza

Luciana era come me matricola di lettere classiche. Solo lei ed io, tra le matricole di lettere presenti nel CUSM, avevamo scelto nel 66/67 questo indirizzo così difficile. Lei era molto dolce e gentile e la sua personcina, delicata e sottile, faceva tenerezza. Ma aveva una personalità forte e determinata, nonostante l’apparente fragilità. All’inizio dell’anno accademico qualche volta a me e a Titti capitava di pranzare con lei. Era di piacevole conversazione, ma mangiava molto lentamente, cosa di cui si scusava sempre con noi, attribuendo questa caratteristica ad abitudini infantili acquisite in famiglia. Allora anche noi, colpite dalla sua buona educazione, istintivamente rallentavamo il nostro ritmo per non farla sentire a disagio. Le nostre difficoltà di studio e quali scelte compiere tra gli esami complementari erano gli argomenti più gettonati, ma soprattutto ci appassionava parlare di come era bello vivere al CUSM! Era una favola il posto dove la sorte ci aveva mandato ed ogni giorno era più bello di quello precedente!!! Lei si illuminava tutta quando parlava del nostro collegio, ma anche noi la seguivamo a ruota libera. Ed un giorno per lei arrivò il Maddaluna e per Titti il Claudio Bertoluzzi di Voghera!!! Io, che avevo il mio lui a Torino, pur rimanendo loro amica cominciai a frequentare più spesso le altre matricole, mentre le lunghe lettere che Giorgio ed io ci scambiavamo e le telefonate quasi quotidiane mantenevano vivo il nostro amore.

 

10)  Piero Maddaluna, un “capo”simpatico ed amichevole

Piero era sempre allegro e cercava di far sentire a proprio agio le persone appena arrivate. In che modo? Con la tecnica dell’identificazione e con quella del riconoscimento. Io fui notata per i miei stivaletti bianchi e da allora diventai “la ragazza con gli stivaletti bianchi” (identificazione). Mi salutava dicendo “Ciao, stivaletti bianchi!” (riconoscimento).

Questo gioco mi faceva piacere e mi faceva sentire parte del gruppo dei cusmini. Ma un giorno indossai un paio di mocassini blu e dovetti dire che mi chiamavo Norma: l’identificazione si era completata!

Piero era un capo, ma un capo simpatico. Aveva un gruppo di amici fidati, quasi tutti studenti di ingegneria come lui, ma nessuno di loro era trattato come un... “portaborse”. Insieme fungevano da organizzatori della goliardia del CUSM. Oltre ad occuparsi della preparazione dei “processi” alle matricole, ogni anno dovevano mettere in scena nel teatro del collegio la parodia dell’Ifigenia in Aulide di Euripide, dopo aver cercato e soprattutto trovato le attrici e gli attori adatti per una performance divertente, ma piuttosto sboccata...

Noi  ragazze matricole eravamo un po’ imbarazzate di fronte alla prospettiva di dover interpretare qualche ruolo nella commedia. Alcune di noi vennero scelte per recitare nel coro delle vergini, e ci volle un bel coraggio per leggere quei versi licenziosi... Ma alla fine le risate del pubblico scrosciarono liberatorie, accompagnate dai battimani per la bravura della protagonista, una matricola bassa e un po’grassottella, che però non gliela aveva data vinta e con grande disinvoltura aveva recitato senza mostrare nemmeno un grammo di imbarazzo!!!

 

11)  I miei 19 anni: nuove amicizie all’orizzonte!

Con il mese di gennaio cominciai a studiare seriamente. Noi borsisti di lettere dovevamo superare quattro esami durante il primo anno ed ottenere almeno la media del 27 per avere di nuovo la possibilità di rimanere nel CUSM gratuitamente, anche nel secondo anno! Ma tutto ciò non bastava: agli ottimi risultati scolastici doveva accompagnarsi un reddito familiare piuttosto modesto, ma io da questo punto di vista ero tranquilla: lavorava solo mio padre, mia madre all’epoca era casalinga e ben tre figli costituivano la prole dei miei genitori!!!

Provavo un po’ di nostalgia della mia famiglia, soprattutto quando nei weekend vedevo partire per le loro case le mie compagne che abitavano nei dintorni di Milano. Ma per fortuna un “pezzo” della mia famiglia si trovava anche in questa città ed era proprio questo il motivo per cui i miei genitori mi avevano permesso di iscrivermi all’Università Statale di Milano e di concorrere per la borsa di studio.

A Milano abitava la famiglia del fratello di mia madre. Zio Vincenzo aveva sposato una simpaticissima ragazza di Terni, zia Laura, ed avevano due figli piccoli che non frequentavano ancora la scuola materna. I bambini erano dolci e simpatici ed io adoravo i miei cuginetti.

A volte la domenica andavo a trovarli ed era un piacere parlare con gli zii, giocare con Riccardo e Francesco, e raccontare ai bambini qualche favola inventata da me.

Ma per tornare la sera in Collegio dovevo prendere prima un tram, poi la metropolitana fino a Sesto ed infine fare un lungo tragitto a piedi...Così mia zia cominciò ad invitare anche Vincenzina, che fu molto felice di assaporare anche lei il clima sereno della famigliola dei miei giovani zii.

Ben presto però, anche per rispettare la loro privacy, imparammo a diventare più autonome nel tempo libero e cominciammo a fare amicizia con altre ragazze, che sostituivano in parte quelle ormai “fidanzate”...

Il primo febbraio, giorno del mio compleanno, organizzai nella sala soggiorno una festicciola, a base di dolci e coca cola, con le amiche vecchie e nuove che, o avevano il ragazzo lontano, come me, oppure non avevano ancora trovato la loro anima gemella nel nostro collegio.

A un certo punto della serata in cui festeggiavo i miei diciannove anni, tornò da casa sua un ragazzo di Baveno che ci fece morire di risate raccontandoci le sue prodezze con i semafori e le indicazioni stradali, che spostava per far sbagliare la strada agli automobilisti!!!

Beh, eravamo ancora troppo giovani e decisamente un po’ sconsiderate per divertirci così, sentendo il racconto di simili prodezze. Ma forse il simpatico ragazzo si era inventato tutto per colpire la nostra attenzione e farci ridere... O forse voleva conquistare così qualcuna di noi... Infatti qualche tempo dopo lo vidi mano nella mano con una  ragazza carina dai capelli rossi: un’altra coppia si era formata!!!

 

12)  Giuseppe Monteleone e i Rolling Stones

Nonostante le nuove amicizie, spesso la malinconia mi assaliva ed io mi sforzavo di tenere dentro di me la nostalgia del mio ragazzo, perché non aveva senso mostrarla agli altri. Sorridevo apparentemente serena ai miei compagni di collegio, cercando di abituarmi al tran tran della vita nel CUSM, così ripetitiva ed anche un po’ noiosa.

Uno dei nuovi amici però si accorse della mia malinconia, che era visibile soprattutto quando nei week end il collegio si vuotava.

Si chiamava Giuseppe Monteleone, non abitava in collegio, ma veniva sempre a trovare una sua amica di vecchia data con cui preparava degli esami. Giuseppe studiava e lavorava. Scriveva su una rivista di musica moderna. Una volta ci mettemmo a parlare dei Beatles e dei Rolling Stones e da questa passione musicale nacque la nostra amicizia.

Quando il mio sorriso spariva mi diceva: “Facciamo una corsetta?” Mi prendeva sottobraccio e correvamo su e giù per la grande sala di soggiorno dove molti giocavano a bridge. Mi faceva morire dal ridere con le sue smorfie buffe e la tristezza per un po’ spariva.

Di lui ricordo nitidamente che ogni primo febbraio mi mandava sempre una pianta con dei fiori, di solito azalee, ma anche ciclamini: un vero gentiluomo! Alcune mie amiche sostenevano che cercasse di ingelosire la sua amica di vecchia data con questi comportamenti gentili verso un’altra ragazza. Ma io non l’ho mai pensato. Purtroppo non so come la loro storia sia andata a finire. Quando nel 1970 lasciai definitivamente il CUSM, lui ancora veniva in collegio per lei e spesso la domenica la portava in macchina per i dintorni di Milano.

Una volta, mi sembra nell’aprile o nel maggio 1967, mi invitò ad andare un pomeriggio a vedere i Rolling Stones. Era un evento per Milano, che oltre al pomeriggio si ripeteva anche di sera, e lui doveva scrivere un pezzo per la sua rivista di musica. Accettai felice e mi presentai nel teatro, dove i Rolling si sarebbero esibiti quel pomeriggio, indossando... un tailleur!!! Molto carino, ma del tutto inadatto al contesto... Quando Giuseppe mi vide cominciò a ridere come un matto ed io lo imitai, consapevole di essermi vestita come per andare a Messa la domenica!!! Non la smettevamo più e tutti quelli che ci circondavano ci guardavano divertiti ed incuriositi...

Poi all’improvviso sul palcoscenico apparvero loro, i Rolling, e il pubblico cominciò ad urlare.

Fu un concerto stupendo e i Rolling furono grandiosi, ma purtroppo finì come al solito... Il pubblico delle prime file, scatenato, cominciò a spaccare le sedie e a muoversi in maniera scomposta verso di noi che eravamo a metà della platea. Sembrava un’onda, sempre più pericolosa, di lupi famelici e bramosi di sangue.

“Scappiamo, svelta!!! ”Giuseppe mi prese per mano e mi trascinò fuori, di corsa...” Diavolo! Dove hai parcheggiato la macchina?” chiesi io, mentre correvamo sempre più veloci. Beh, non esageriamo... correvamo più o meno veloci... io, per colpa delle scarpe con i tacchi, correvo come... una lumaca!!!

Il viaggio di ritorno fu decisamente silenzioso. Eravamo pallidi e muti, non vedevamo l’ora di arrivare al CUSM...

Poi, in sala soggiorno, raccontammo la nostra disavventura ai nostri amici e la cosa finì ridendo...

“Tutta colpa della Norma che è andata a vedere i Rolling in talleur e scarpe con i tacchi e ha stimolato la rabbia dei fan dei Rolling, quelli seri...” fu la simpatica presa in giro dei nostri amici cusmini a conclusione della serata!

Che indimenticabile disavventura!!!

Infine giugno ed in parte luglio furono dedicati del tutto allo studio, poi finalmente arrivò il momento di tornare in Abruzzo!

Che felicità riabbracciare il mio “lui”!!! Anche lui tornava da un collegio universitario, ma da Torino, dove frequentava il Politecnico per diventare Ingegnere elettronico. La lontananza era finita e cominciava la parte più bella dell’estate!

 

 

13)  Il ‘68 si affaccia alle porte...

In ottobre tornai in Collegio. Mi aspettavano gli esami conclusivi del primo anno.

Avevo studiato archeologia durante il mese di agosto e per una settimana di settembre ero stata anche dai nonni paterni per prepararmi meglio all’esame nel silenzio di Castelnuovo.

Loro erano molto curiosi e mi facevano molte domande su quello che stavo studiando. Spesso il discorso finiva su Peltuinum, un municipio romano le cui rovine distavano poco dal paese.

Le conoscevo fin da piccola, perché spesso mio padre mi portava a vederle.

Lui amava arricchire il lungo percorso a piedi con narrazioni sui ritrovamenti archeologici.

Mi raccontava che i contadini, quando aravano, spesso trovavano monete romane in quella zona, e lui stesso, da ragazzo, ne aveva scoperte alcune che erano affiorate in superficie subito dopo l’aratura. Mi descriveva anche come erano fatte le case degli antichi Romani e come vestivano, sia in tempo di pace che durante le guerre. Discorsi affascinanti per una bambina, e me li facevo ripetere all’infinito, senza stancarmi mai...

Chissà, forse la scelta del mio indirizzo di studi aveva le sue radici nel sostrato dei racconti familiari... Il nonno ne era assolutamente certo! E tutta la famiglia fu felice per il mio 30 in archeologia...

Inizialmente in Collegio mi aveva assalito un senso di vuoto per la mancanza del calore familiare e per la lontananza da Giorgio, ma in parte mi aveva fatto piacere anche rivedere il contesto del CUSM e la sua variegata popolazione....

Ed eccoci al punto... Il 9 di ottobre uscii con delle compagne di corso per fare un giretto attorno al collegio. I soliti discorsi un po’ superficiali si intrecciavano con risate, battute e racconti dell’estate appena trascorsa.

Ad un certo punto incrociammo Mirella Zocchi, una studentessa del terzo anno. Appariva molto turbata e appena ci vide, quasi con le lacrime agli occhi, esplose così: “E’ morto il Che, è morto il Che! Ragazze, è morto il Che!!!”

Io rimasi in silenzio, colpita. Sapevo chi era il Che, ma purtroppo non feci in tempo ad “imbavagliare” una delle ragazze che, nella più plateale indifferenza, se ne uscì con queste parole: “E chi è il Che? Chi lo conosce?” Mirella, ammutolita, la guardò esterrefatta, poi, senza degnarci più di uno sguardo, riprese a camminare.

“Non puoi essere così superficiale!!!” esplosi, rivolta alla nostra incauta compagna.

In realtà non mi aveva colpito la sua mancanza di interesse per i fatti di attualità politica, ma piuttosto la sua indifferenza di fronte al turbamento evidente di Mirella.

“Non puoi essere così insensibile! Dovevi capire, dal modo in cui ci aveva dato la notizia, che era successo qualcosa di molto grave per lei! Voleva parlarne con noi!”

La cosa finì così: decidemmo di leggere quel giorno i giornali che trattavano l’argomento e ne discutemmo insieme, a lungo, la sera stessa.

Qualche tempo dopo, da sola, volli approfondire ulteriormente la storia di Che Guevara, e ne rimasi ammaliata. 

Fu l’inizio di un cambiamento personale che nel corso di quell’anno divenne sempre più evidente. E non solo per me.

Il ‘68 si era ormai affacciato alle porte...

*
 






 ** TOTTUS  IN  PARI  **  

 *







22 maggio 2023  .    NdR
Il resoconto del 28mo incontro
è archiviato nella colonna sx del Blog 
.

______^______


 
à bout de souffle "

_______________________^_____________________




Alla domanda
su  QUANDO  finiranno 
gli  incontri  CUSM

rispondiamo  con  i  Jean

Così inizio 
a pubblicare 
le foto del 28mo
ed anche a parlare 
del ventinovesimo incontro

Attendo proposte.


____________________^____________________










7 maggio 2023  .    Paolo 
Apri i tre link a seguire
1
2
3
*







1    Mirella Zocchi
2    Gianbattista Giudici
3    Marinella Mirinino
4    Paolo Pulina
5    Pietro Maddaluna
6    Adriano Decarli
7    Nino Bosco
8    Edoardo Sanfilippo
9    Beppe De Nardin
10  Mariella e
11  Gianmarco Sabbadini
12  Anna Maria e
13  Luigi Bonani
14  Franco Bonini
15  Carlo Di Alesio
16  Annalisa e
17  Luigi Limardo
18  Susanna e
19  Piero Tegliai 
20  Fernando Palombo
21  Daniele Mascanzoni
22  Manuela Pallavicini
23  Angelica e
24  Francesco Manigrasso

 

_________________________*________________________.





_____________*______________
 


._______*_______
.
I partecipanti al convivio di sabato, OGGI 4 maggio, sono : 

1    Mirella Zocchi
2    Gianbattista Giudici
3    Marinella Mirinino
4    Paolo Pulina
5    Pietro Maddaluna
6    Adriano Decarli
7    Nino Bosco
8    Edoardo Sanfilippo
9    Beppe De Nardin
10  Mariella e
11  Gianmarco Sabbadini
12  Anna Maria e
13  Luigi Bonani
14  Franco Bonini
15  Carlo Di Alesio
16  Annalisa e
17  Luigi Limardo
18  Susanna e
19  Piero Tegliai 
20  Fernando Palombo
21  Daniele Mascanzoni
22  Manuela Pallavicini
23  Angelica e
24  Francesco Manigrasso
LA   MEGLIO   GIOVENTU'

INVIAMI   MAIL   ...

________*_______


_______*_______
.


 


_______*_______
 



_________*_________

 aiuta ?
7 cani   *  7 giorni






 
.  chiusura  iscrizioni :  sera 30 aprile    
 





 ** TOTTUS  IN  PARI  **  

 *






21 aprile 2023  .      Da Giorgio
Un suo racconto breve.

LA SOCIETA’ DI RIPESCAGGIO

Il signor Tanaka Koichiro lavorava per una agenzia immobiliare situata nella zona nord di Tokyo, nel quartiere di Ueno, ma abitava nella zona sud della metropoli, nelle adiacenze della stazione di Totsuka, ovvero alla distanza di un’ora e mezza di treno, mezzo più veloce per collegare due punti di una città grande quanto una nostra provincia.

Dal lunedì al sabato, sempre, Tanaka usciva dal suo ufficio circa un’ora dopo la chiusura, cioè verso le 21, e questa abitudine, pur non avendo nessuna ragione apparente, era sempre stata da lui rispettata. Arrivava quindi alla stazione di Totsuka verso le 22.30, entrava nel convenience store ( negozietti aperti 24 ore su 24, dove si vende un po’ di tutto,  tranne la qualità ) situato tra la stazione e la sua abitazione, comprava qualcosa di pronto confezionata in un vassoietto di plastica (e costituita quasi sempre da porcheriole), due lattine di birra gelata e un pacchetto di sigarette americane che bastava sino alla sera successiva, in quanto fumava sempre e solo 20 sigarette al giorno. Ricevuto il sacchetto con dentro il tutto, regolava i pochi yen con Suika ( una carta prepagata che serve pure per prendere il treno, il metro e altro) e si avviava verso la vicina abitazione, un bilocale posto al secondo piano di una palazzina di tre. Entrato in casa, toglieva le scarpe nell’atrio e metteva le pianelle, poi posava il sacchetto sulla  sedia della saletta da pranzo, la più vicina all’atrio, quindi andava in bagno, passava di seguito nella camera da letto per togliersi giacca e pantaloni e mettersi il comodo pigiama, poi ritornava nella saletta da pranzo, toglieva il sacchetto dalla sedia, si sedeva, accendeva la tv e una sigaretta e, finita la sigaretta, consumava tranquillo e solo la  squallida cena.     

Tanaka era sulla cinquantina : qualche capello aveva perso quel colore nerissimo tipico dei giapponesi, gli occhi, un poco ingialliti, mostravano la poca cura verso gli alimenti, e una discreta pancetta, che dimostrava la poca cura verso lo sport,  incominciava a farsi strada dal suo fisico minuto.

Il medico gli aveva consigliato di fare – così come precauzione – qualche esame, ma lui rinviava sempre la cosa perché avrebbe dovuto assentarsi, anche se solo per poche ore, dall’ufficio, cosa che non aveva mai fatto in ben trenta anni.

Viveva solo. Aveva avuto all’inizio della sua vita lavorativa, quindi da ventenne, una convivente, che i genitori gli avevano scelto come futura moglie, ma la cosa finì male, non si sa bene se per colpa sua, per colpa di lei o per incomprensione reciproca. Tra l’altro, un mese dopo l’ennesima litigata, che ruppe la vita a due, lei scoprì di essere incinta, e Tanaka ebbe a pagare un bel po’ di soldi per risolvere la cosa.  Fu allora che, amareggiato, decise che non solo non si sarebbe mai sposato, genitori volenti o nolenti, ma anche che non avrebbe mai più convissuto con una donna : i problemi di sesso li avrebbe risolti solo con mercenarie  : di qualsiasi tipo.

 Ma anche qui le cose andarono male : una mercenaria, che lui si era messo a frequentare un po’ spesso, a un certo punto iniziò ad alzargli la tariffa e, di fronte alle giuste rimostranze del suo cliente, lo minacciò di fare uno scandaletto spifferando il tutto al proprietario dell’agenzia immobiliare, persona che teneva molto alla morale dei suoi subalterni. E anche in questo caso il buon Tanaka ebbe a sborsare un po’ di soldi per mettere il tutto a tacere.

Da quel giorno unico suo sfogo erano i film porno propinati da internet : erano gratis, non v’era problema di aborti o malattie o ricatti, si godevano in casa protetti : da sguardi indiscreti, dal freddo d’inverno, dal caldo d’estate.  

Rimasto solo al mondo, da quando i genitori morirono in un incidente stradale mentre lui era sulla trentina, conduceva quindi una vita di una monotonia incredibile, ma.......

Ma sabato 7 di aprile dell’anno 5 dell’epoca Reiwa ( che corrisponde al nostro 2023 d.C.) qualcosa cambiò.

Quel giorno, come sempre, Tanaka uscì verso le 21 dall’ufficio, prese il treno a Ueno, e dopo circa un’ora e venti minuti arrivò a Totsuka : comprò le sue cose nel negozietto 24 ore, e si diresse verso casa. Entrò, tolse le scarpe e mise le pianelle, depositò meccanicamente il sacchetto degli acquisti sulla sedia della saletta più vicina all’atrio, andò in bagno, poi si cambiò in camera, e quindi ritornò nella saletta. Ma qui il buon Tanaka, alzato lo sguardo, ebbe una sorpresa : infatti c’era una donna seduta sulla sedia che era nell’altro lato del tavolo rispetto alla sedia su cui c’era il sacchetto degli acquisti, e su cui lui soleva consumare la cena guardando la tv.

Tanaka restò un attimo sbalordito, poi pensò a una visione e, per esser sicuro che non lo fosse, girò gli occhi da ogni lato come per sincerarsi di essere veramente in sé, ma si rese subito conto di esserlo : intorno a sé, infatti, rivedeva tutte le sue cose : l’atrio con le scarpe e le pianelle per gli ospiti, la porta del bagno, quella della camera da letto, l’immensa televisione di recente comprata, e la sua sedia con il sacchetto ancora da aprire : in più, però, c’era la donna seduta dall’altro lato del tavolo, come abbiamo detto.  

Descriviamola : né giovane né vecchia, né grassa né magra, indossava una giacca e una gonna blu, portava gli occhiali e aveva un’aria indagatrice, come se l’intruso fosse Tanaka e non lei.

Il buon Tanaka la guardò a bocca aperta per un tempo che gli parve lunghissimo, senza riuscire a dir parola. Ci riuscì invece la donna.

-   Ma lei torna sempre così tardi?

-   Sì.... no..... cioè sì, ma....

-   Non incominci come fanno tutti con i sì, i no, i ma, eccetera : risponda in modo preciso!  

-   Rispondo..... a.....a cosa ?

-   Alla domanda che le ho fatto, ovviamente.

Tanaka cercò di connettere, poi dopo qualche secondo disse: -Ma scusi, lei chi è? com’è entrata qui?

-Mi chiamo Nishino e ovviamente sono entrata dalla porta, come fanno tutti, ma questo cosa c’entra?

-   Come.... cosa c’entra?

La Signora estrasse dalla borsa – che era una borsa da lavoro, più che una borsa da donna – il suo bigliettino da visita e lo mise sul tavolo. Tanaka lo afferrò e lesse:

“S.R. SOCIETA’ RIPESCAGGI SPA - Nishino Yumiko – impiegata ” e di seguito era riportato il numero di cellulare, l’indirizzo e-mail, eccetera.

-   Insomma – disse Tanaka con voce malferma – lei cosa vuole?

-   La mia società è specializzata in questo genere di attività, come è riportato sul biglietto da visista che lei ha appena letto.

-   Guardi che io non capisco assolutamente niente!

-   Questo già lo sapevamo, sennò non sarei qui.

-   Lo sapevate ? Io chiamo la Polizia!

-   Capirà cosa ne capirà la Polizia!

-   Insomma, si può sapere perché lei è entrata nella mia casa? che intenzioni ha?

-   Mi scusi, ma ha letto il mio biglietto da visita? Se l’ha letto dovrebbe esserle tutto chiaro, ma se non lo fosse glielo spiego meglio.  La mia società, dove lavoro da ben 15 anni, è specializzata nel ripescaggio delle persone smarrite o deviate, come, mi pare, sia lei.

-   Ripescaggio..... in che senso?

-   Ripescaggio per una vita sensata. Ma lei si rende conto della vita che fa? le sembra giusto? Noi vogliamo che lei torni normale, che abbia una compagna, che mangi in modo decente, che si prenda ogni tanto un po’ di vacanze, insomma che la smetta con questa squallida monotonia e con ‘sti dannati film porno ! non ne è ancora stufo?

Così dicendo la donna si alzò, tolse la giacca, slacciò un poco la camicia, si diresse con fare deciso verso Tanaka e gli fu innanzi con soli due passi,  come se il tavolo, che prima li separava, non ci fosse più, e giunta vicinissimo a lui tese le braccia......

-   No! no! - esclamò impaurito questi cercando di arretrare,

ma arretrare non poteva, perché c’era qualcosa dietro che lo ostacolava, e allora ritornò a gridare  “no!” “no!” e al  suono dei suoi “no” si ritrovò sveglio nel suo letto di sempre : era domenica 8 aprile: prima mattina : fuori pioveva...

 Il giorno seguente, cioé il lunedì 9 di aprile dell’anno 5 dell’epoca Reiwa, Tanaka Koichiro, per la prima volta in trenta anni di servizio, non arrivò al lavoro : pare che la sera dell’8 un’ambulanza del pronto soccorso, chiamata chissà da chi, fosse arrivata sotto la sua abitazione e lo avesse trasportato nel più vicino ospedale.

Tokyo, lunedì 10 aprile dell’anno 5 dell’epoca Reiwa.

.
藤沢

.*





...  A L L O R A  ?



E   non SOLO lui  ..

.


21 aprile 2023  .      Mannaggia ..
Qualche giorno fa ho inviato al gruppo cusm questa 
mail, sollecitando un 26mo partecipante.    RISULTATO  :
Fabrixio  (già nr 11)  mi comunica che non potrà venire !
OGGI   CERCO il  VENTICINQUESIMO 

aFFReTTaTi


mancano  
2  E T T I M A N E
alla  CHIUSURA  delle iscrizioni   ! !

AGGIUNGI  il  TUO nome :

1  Mirella Zocchi
2  Gianbattista Giudici
3  Marinella Mirinino
4  Paolo Pulina
5  Pietro Maddaluna
6  Nino Alloggio
7  Adriano Decarli
8  Nino Bosco
9  Lucilla  e
10  Giacomo  Zerilli
11  Fabrizio Donazzi
12  Edoardo Sanfilippo
13  Beppe De Nardin
14  Mariella e
15  Gianmarco Sabbadini
16  Anna Maria e
17  Luigi Bonani
18  Franco Bonini
19  Carlo Di Alesio
20  Annalisa e
21  Luigi Limardo
22  Susanna e
23  Piero Tegliai 
24  Fernando Palombo
25  Daniele Mascanzoni
....

Chi  dice  VENTISEI  ?

^
*
Navetta tra stazione FS Voghera
e Torrazzetta (a/r)
*









14 aprile 2023  .    Da Paolo Pulina
Buona Pasqua nel nome di Sant' Agostino
 ** TOTTUS  IN  PARI  **  

 *



Bona Pasca 2023

In cust’annu a Pavia e in sos territorios de su Ticinu

tzelebramus solennemente sa figura de sant’Austinu.

Sun treighi seculos chi est bénnidu su corpus de su santu

dai Cagliari a Pavia grascias a chi at pótidu pagare tantu:

naro Liutprando chi est istadu re de sos Longobardos.

E tando, in custu períodu de Pasca, non solu sos Sardos

sas operas de su Duttore de sa Cheja cun desiderios

legímus pro chircare de cumprendere sos misterios

de sa vida: sa morte, maladias malas, sa pestilentzia.

Isperende chi nos agiuet assumancu sa cunsientzia

pius manna chi at sa cuncetzione teologica cristiana,

faghimus  tantos augurios de Bona Pasca de Abrile

e chi pro totus siat unu comintzu de rinàschida beranile!

                                                                 Paulu Pulina

 

Buona Pasca 2023

In quest’anno a Pavia e nei territori del Ticino

celebriamo solennemente la figura di sant’Agostino.

Sono tredici secoli che è venuto il corpo del santo

da Cagliari a Pavia grazie a chi ha potuto pagare tanto:

dico Liutprando che è stato re dei Longobardi.

E allora, in questo periodo di Pasqua, non solo i Sardi

le opere del Dottore della Chiesa con desideri

leggiamo per cercare di comprendere i misteri

della vita: la morte, brutte malattie, la pestilenza.

Sperando che ci aiuti almeno la coscienza

più grande che ha la concezione teologica cristiana,

facciamo tanti auguri di Buona Pasqua di Aprile

e che per tutti sia un inizio de rinascita primaverile!

                                                                   Paolo Pulina





aprile 2023  .   AUGURI e
 
        Fatti il regalo ( e fallo a tutti noi )
      di partecipare all'incontro della Torrazzetta
  
    BUONA  PASQUA
                            *        
               Sabato 6 maggio
          alla Torrazzetta  di
               Borgo Priolo, Oltrepò Pavese.
        Iscriviti ..




10 aprile 2023  .   Al 28mo
1  Mirella Zocchi
  2  Gianbattista Giudici
3  Marinella Mirinino
4  Paolo Pulina
5  Pietro Maddaluna
6  Nino Alloggio
7  Adriano Decarli
8  Nino Bosco
9  Lucilla  e
10  Giacomo  Zerilli
11  Fabrizio Donazzi
12  Edoardo Sanfilippo
13  Beppe De Nardin
14  Mariella e
15  Gianmarco Sabbadini
16  Anna Maria e
17  Luigi Bonani
18  Franco Bonini
19  Carlo Di Alesio
20  Annalisa e
21  Luigi Limardo
22  Susanna e
23  Piero Tegliai 
24  Fernando Palombo
25  Daniele Mascanzoni
Aderisci anche tu,  mandami mail !  
( pietro.maddaluna@gmail.com )
*
Navetta tra stazione FS Voghera
e Torrazzetta (a/r)
*
(45  euro cad)
Franco Fiori (con Gianna Gandini)
*






30 marzo 2023  .  Vincenzina
Vincenzina Centofanti
Ieri sera dalla nostra  Norma Casilio ... 
Oggi io e Giorgio siam o andati al funerale di 
Vincenzina Centofanti, 
carissima amica mia e di Liana Liberale e Cusmina anche lei, anche se solo per un anno, il 1966/ 1967. Ci ha lasciato dopo una lunga malattia, anzi più di una.  Io e Liana vorremmo vedere anche lei nell'elenco dei Cusmini che ci hanno preceduto. Lei è nata a Sulmona l'undici settembre 1947 ed è morta il 27 marzo 2023. Come tutti noi ha amato il CUSM, che ha lasciato solo per la nostalgia della sua famiglia e della sua città. Sì è poi laureata in matematica presso l'Università de L'Aquila ed ha insegnato per molti anni  nell'Istituto tecnico per ragionieri di Sulmona. Lascia un ricordo indelebile nella sua città e tra tutti noi "
//
NdR
 In  4. COME eravamo (le FOTO) "  
di Sue   ne abbiamo   ALTRE TRE
 (una anche con Norma e ...) 
a  perenne  ricordo.
Vedi colonna SX  di questo nostro BLOG
^





26 marzo 2023  .   Sulle Ricordanze

Sulle ricordanze

Ho letto l’aneddoto scritto dal mio caro vecchio Tex.

Alcune settimane fa Tex mi aveva chiesto, facendomene un rapido sommario online, se mi ricordavo questa sua avventura di cui era stato compagno Vincenzino, ma per me era una novità, non solo ma era anche avventura così ardita e incosciente da esser poco credibile. Soprattutto era poco credibile che ne fosse stato coinvolto Vincenzino, da prudente e attento siculo qual era.

In quei giorni io ero senz’altro al Cusm. Vincenzino non mi disse niente : non avrebbe parlato nemmeno sotto tortura. Ma il buon Tex ? Possibile che Tex con cui a notte fonda, non sapendo più che inventare, si andava ( partecipe il grassottello e regolarmente ciucco Pennetta) a suonare il campanello dell’Istituto Religioso Suore di Santa Birgitta in Lugano, possibile -dico- che Tex, che a volte mi svegliava di prima mattina con la sua morbida e calda lingua nell’orecchio, possibile – insomma-  che Tex, con cui dividevo il fondo del bottiglione di barbera dell’orribile osteria “La Teresina” in Sesto,  non mi abbia confidato la cosa? Impossibile.

E allora di chi è la colpa se io non ricordo il fatto ? E’ di quella stronza di Mnemòsine, Dea delle Ricordanze, fornitrice della cera di cui è ricoperta l’anima degli uomini ( almeno così fa dire Platone al buon Socrate nel Teeteto). Infatti Mnemòsine

forniva ( e probabilmento lo fa ancora) ad alcune anime cera buona, su cui rimaneva l’impronta della sensazione, e quindi era possibile la ricordanza, ad altre cera scadente, su cui non rimaneva niente e niente si poteva ricordare: atteggiamento, questo, assolutamente poco democratico, diremmo oggi.

Ma dopo quella scopata della madonna fatta con Zeus, dalla quale son nate le nove Muse, Mnemòsine, completamente rincoglionita, si è messa a fornire alla stessa anima cera buona e cera cattiva. Così è occorso a me, e il risultato è che le sensazioni attinte dalle luganate, dalle slinguate e dal barberaccio, cadendo sulla parte di cera buona, sono rimaste impresse nella mia anima, mentre le sensazioni del racconto dell’affare Comit, dell’incidente di via Solferino, dell’assalto mal riuscito a due fanciulle, cadendo sulla parte di cera cattiva, non hanno lasciato impronta, e quindi niuna ricordanza.

Giorgio dal lontano Oriente.

( Qui ora è la settimana della fioritura dei ciliegi, e tutti vorrebero ammirarli (お花見), ma, chissà perché, in questa settimana piove quasi sempre : dev’essere, anche in questo caso, colpa di qualche dea indignata perché la gente vuol ammirare i ciliegi, e non porta offerte nei suoi templi : guardatevi dagli Dei! )

藤沢









23 marzo 2023  .   Da Tex
All' insegna di  " cosa ho fatto io QUEL GIORNO ",
eccovi l'annunciato cunto di Ferdinando Tessari 
( Tex )
NdR : il Giorgio, citato nella prima riga, è Bertolotti.

12 DICEMBRE 1969 – UN ANEDDOTO

     In un recente scambio di mail con Giorgio, partite anche dal ricordo della mitica Taunus dal motore possente ed orgoglio dell'industria automobilistica a stelle e strisce, abbiamo rievocato alcuni dei tanti episodi vissuti assieme durante quegli anni del vino e delle...pardon del vino e basta.

     Tra questi è emersa dalla mia memoria un'avventura alla quale Giorgio  non partecipò e che invece vivemmo io e  Vincenzo Sarullo da Ribera figlio di un grosso commerciante di olio. 

Prima che il tempo si porti nuovamente via i ricordi, consentitemi di raccontarvi il relativo aneddoto che  potrebbe sembrare inverosimile ma sulla cui veridicità sarei disposto a mettere la mano sul fuoco. Sarei altresì lieto, se qualcuno riuscisse a sapere dove egli si trova adesso,  di  confrontarmi in proposito con il compagno di quella sera sempreché pure lui sia assistito da una buona memoria.   

     Era il giorno della strage di piazza Fontana  e la mattina la passai in collegio in un accavallarsi di notizie contrastanti alle quali poco alla volta fecero seguito  informazioni sempre più precise che delineavano la situazione effettiva; si passò così dall'iniziale ipotesi di una fuga di gas  in Banca Nazionale dell'Agricoltura alla consapevolezza  dell'esplosione di una bomba alla quale fecero seguito le altre tre bombe di Roma e quella fatta brillare all'interno della Comit di Piazza della Scala.

      Fu così che quella sera dopo cena io e Vincenzo Sarullo decidemmo di scendere in città con la sua Mini, orgogliosamente definita di color grigio perla dalla casa produttrice ma di color grigio smog della Milano di quegli anni secondo me, che    parcheggiammo nelle vicinanze di Piazza Duomo. 

Ci recammo a piedi  verso la sede della Comit di Piazza della Scala dove nel pomeriggio gli artificieri avevano fatto brillare  una bomba inesplosa contenuta in una borsa trovata da un commesso nei locali della banca.

L'esplosione controllata avvenne in un cortile interno e fu così che vennero distrutti preziosi indizi sul timer usato e soprattutto sulla borsa di marca tedesca acquistata in un negozio di Padova, come accertato in un secondo momento, che avrebbero potuto orientare sin da subito le indagini verso la pista della destra eversiva veneta facente capo al duo Freda e Ventura.

      Ci mischiammo ad una piccola folla di curiosi ammassata davanti ad  un'entrata laterale della banca, che poi scoprii essere quella del personale, il cui portone era spalancato. Ci posizionammo dietro a delle mini transenne in rete metallica che si usano nei cantieri edili, alte non più di un metro ed ivi poste per impedire che la gente entrasse; c'era un unico corridoio  di accesso posto dalla parte opposta dell'area perimetrata dove noi eravamo posizionati ed era presidiato da un pisolante vigile urbano.

     Mi suona strano e tuttora m'inquieta pensare che, con tutto quello che era successo durante il giorno, a presidiare un posto critico come quello dove al mattino c'era stato un tentativo di strage avessero mandato solo un  onesto produttore di multe per sosta vietata distogliendolo dalla sua profittevole attività abituale.     

     Fu lì che, mentre da dietro a quelle mini transenne io e Sarullo stavamo sbirciando all'interno del portone, vidi comparire dall'altra parte dell'area recintata una persona infagottata in uno stazzonato soprabito di color chiaro alla tenente Colombo.

Si trattava di un quasi coetaneo, occasionale conoscenza incrociata nella aule di Via Festa del Perdono dove forse era iscritto a Scienze Politiche,  con il quale avevo  scambiato solo poche frasi.

Costui fotografava con una fotocamera professionale assemblee e manifestazioni, mi diceva che cedeva queste foto ad “amici” - polizia o giornali od ambedue pensavo io senza che peraltro mai mi abbia precisato chi fossero questi suoi “amici” -  e  rispondeva al nome di Paolo.

Solo diversi anni dopo capii che si trattava di Paolo Longanesi, figlio del defunto editore Leo, allora ai primordi della sua carriera di giornalista e questo lo venni a sapere quando lo riconobbi in televisione  inquisito in qualità di cronista del Giornale Nuovo di Montanelli.

L'accusa era di aver diffuso notizie secretate relative alle confessioni sull'organizzazione mafiosa che il boss Epaminonda, da poco catturato, stava rendendo alla Procura di Milano; ligio all'etica professionale Longanesi si rifiutò di fornire ai magistrati il nome della sua fonte e per questo venne arrestato e processato.

      Quella sera lo vidi parlottare qualche secondo con il vigile – unica presenza delle forze dell'ordine impiegata per  controllare l'accesso alla banca - e, grazie ad una prontezza di riflessi mai più avuta successivamente e soprattutto ad un'incoscienza tuttora perdurante, scavalcai le  transenne che delimitavano il perimetro al di fuori del portone e Sarullo, lasciata cadere a terra sua Marlboro, prontamente mi seguì.

Salutai ad alta voce con un ciao Paolo, attraversai lo spazio recintato, lo raggiunsi, gli strinsi la mano e lui ricambiò distrattamente forse senza riconoscermi del tutto avendo altro per la testa. Questo frettoloso saluto fatto davanti al precitato pisolante distributore di multe fu sufficiente per superare la sua  occhiuta vigilanza e, avendo egli prontamente capito che né io né Sarullo eravamo veicoli muniti di targa,  non ci chiese alcun documento e ci lasciò passare.

     Capisco perfettamente la situazione di confusione della giornata ma a tutto c'è un limite: fosse stato per il suo controllo avremmo potuto tranquillamente entrare armati  e fare una strage oppure  inquinare e distruggere preziosi indizi.

Ma però queste due ultime operazioni erano già state completate nel pomeriggio quando in seguito a frettolose (solo frettolose?) istruzioni  venne fatta  brillare la bomba.

     Una volta entrati al seguito di Paolo ci trovammo in un ampio salone con un lungo tavolo centrale, che probabilmente fungeva anche da teca, la cui copertura in vetro era saltata come erano saltate anche alcune vetrate dei finestroni delle quali c'erano ancora alcuni pezzi per terra. L'unica fonte di illuminazione proveniva dai  lampioni stradali all'esterno dell'edificio e, in quella semi penombra si aggiravano e parlavano tra di loro alcune persone in borghese che dal taglio di capelli  si poteva presumere appartenessero ai servizi od alle forze dell'ordine.

Paolo si diresse a passo veloce verso un corridoio che portava all'interno  probabilmente al cortile dove era stata fatta brillare la bomba,  noi invece ci limitammo a fare il giro del tavolo e ad uscire rapidamente: stavamo raggiungendo la consapevolezza che forse avevamo messo la testa nella fauci della tigre e che in quel posto non avevamo alcun titolo ad esserci.

Ulteriore anomalia di quella giornata fu il fatto che, per nostra fortuna, nessuna di quelle persone ci chiedesse chi fossimo o che ci stessimo lì a fare malgrado io con capelli lunghi, barba ed un maglione rosso girocollo non potessi passare inosservato in quell'ambiente.

     Sarebbe bastata una semplice domanda ed avremmo passato delle giornate sicuramente indimenticabili nell'attesa che venisse chiarito che eravamo solo due incauti pivelli curiosi.  Con  gli inquirenti brancolanti nel buio ma già fin d'allora orientati verso la pista rossa, i giornali tre giorni dopo anziché aprire le prime pagine titolando sull'arresto del ballerino anarchico avrebbero forse scritto  della coppia “mona da Treviso e suo amico” e   sicuramente dieci anni dopo non avrei iniziato la mia carriera di funzionario Comit.

      Probabilmente chiudemmo la serata alla Cantina Scoffone vicino a piazza Duomo ai cui tavoli neri allora si poteva bere dell'ottimo vino Barolo Fontanafredda al bicchiere e tornammo in collegio. 

Resici seppur solo tardivamente conto del rischio corso, nei giorni immediatamente successivi evitammo di diffondere i particolari della nostra incauta esperienza di quella sera. Da parte mia  evitai di parlarne anche in periodi successivi derubricando il fatto a poco più di una goliardata ed accantonandolo nei meandri della memoria dai quali è riemerso con tutti i suoi dettagli in questi giorni.

E questa dicono sia la memoria dei vecchi.

                                                                            






 21 marzo 2023  .   Uno Cunto di Tex
di prossima uscita
qui nella BACHECA del cusm
( Tex / Ferdinando Tessari )






20 marzo 2023  . Ingegnere senza frontiere
Con  chi  sta argomentando  il nostro Carlo Geri  ? 
Apri il  link  e lo scoprirai.  Terza foto dell' articolo.
https://robertaosculati.it/2023/03/16/in-busta-la-prevenzione/




 

15 marzo 2023  .     R E P E R T I
1   (1967)
Da Maria Teresa Sala (Titti).
2   (1966)
Da Norma Casilio, conservato da Giorgio (suo marito), 
che per l' occasione venne a trovarla. Filarini dal liceo.
Entrambi 
saranno successivamente archiviati anche in :
"5. reperti ARCHEOLOGICI" (colonna sx  del BLOG) 






12  marzo 2023  .  per intanto ..





12 marzo 2023  .    Da Paolo Pulina
GIOVANNI SPANO, SPIRITO LIBERO, NON
 ANTISEMITA, È STATO PIONIERE DEGLI STUDI
 SULLA STORIA DEGLI EBREI IN SARDEGNA
 





10 marzo 2023  . Oggi 10
Dopo  di Daniele  le due lepri svedesi,  
gli uccelli milanesi   di casa Lunelli 
Fabio :    dar da mangiare agli affamati


marzo 2023  . Oggi 9 marzo
VISTE.    Da casa di Corado Caselunghe    ET
nel giardino avanti casa Daniele Mascanzoni 
(Uppsala)





8 marzo 2023
in festa
oggi come allora


^






____
Laura
Laura Bertolotti
è venuta a mancare il primo marzo 2023
___________________
Nostra amica di collegio, si era laureata in Architettura al Politecnico.
Ne dà il triste annuncio suo fratello Giorgio. 
/ /







marzo 2023  .    Iscritti al 28mo

TANTO di CAPPELLO
a :
1  Mirella Zocchi
  2  Gianbattista Giudici
3  Marinella Mirinino
4  Paolo Pulina
5  Pietro Maddaluna
6  Nino Alloggio
7  Adriano Decarli
8  Nino Bosco
9  Lucilla  e
10  Giacomo  Zerilli
11  Fabrizio Donazzi
12  Edoardo Sanfilippo
^






5 marzo 2023  .    Da Paolo Pulina
A 220 anni dalla nascita 
ricordiamo Giovanni Spano
 ** TOTTUS  IN  PARI  **  

 *










__________
I post precedenti sono archiviati, vedi  
colonna SX del BLOG (versione web)

 ______________________*______________________

Ti ricordo che il BLOG (questo) è stato costruito 
da  Pippo Ripa  (nickname : Staffora).   
Sue tutte le pubblicazioni fino alla morte 
(24.05.2012).   Ho raccolto la sua eredità 
ma sono tecnicamente inesperto (contrariamente 
a lui) in questo campo.  Ultima cosa : 
Luciana Donazzicara amica di Pippo, è (era)
mia moglie.           Pietro Maddaluna 

pietro.maddaluna@gmail.com