(*) piero scrisse, raccogliendo dalle labbra di Baffo
BAFFO,
the BIG android, energized cogl IONI di LITIO
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LE IMMAGINI
Stefano Ripa
Francesco Manigrasso e Carlo Di Alesio
Giuseppe Morello e Raffaella, Massimo Appiani
Charlie Brown. Antonio e Baffo
il riposo del guerriero
Carlo Geri e Mario
giovanni pelle
stefano e albert
laura nino E liliana
susanna gigi
Agenzia delle Entrate, sede di Rivalta
Cara Susanna, dopo il GRANO, mi pappo il GRANA
Pietro Maddaluna e Nino Alloggio
Laura e Liliana
Paola e Carlo
Franco Bonini, Michele Ranieri, Nino Bosco
Fabrizio e Paolo
Paolo e Marinella
Albert e Stefano
Gigi Ziliani
Michele Ranieri in viola, in fianco: Loredana
Giovanni, Susanna e Piero, Pietro, Beppe
Nino Bosco, in rosso
Giovanni Pelle, Franco, Beppe e Piero
Gigi e Beppe De Nardin
Stefano Ripa e Paolo Pulina
Gigi Ziliani
Franco Bonini
Nino e Albert
Edoardo Sanfilippo
Piero Tegliai e Pietro Maddaluna
Baffo e Cipollino
Fabrizio Donazzi
Antonio Latrecchina non si risparmia
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LE GESTA
Il momento certo più commovente
è stata la canzone di Franco Bonini
dedicata a Pippo, essendo presente
il figlio Stefano Ripa tra i Cusmini.
Franco, amico di Augusto Daolio,
scomparso esattamente venti anni fa,
si è confermato autore da podio
per i testi delle canzoni che ci dà.
Un momento certo tra i più leggeri
è stata la performance di Ziliani:
canzoni serie a Franco il toscano,
a lui chitarra e canti senza pensieri.
(per privacy “Dite a Laura che l’amo”
la canta solo a casa, lo comprendiamo).
Con Beppe De Nardin suggeritore
molti sono risultati poi i versi
di canzoni riemerse (ohi, che dolore!)
da cassetti di memoria ormai persi.
Se permettete anche il sottoscritto
al “canto general” ha contribuito
dimostrando che, oltre la panza,
ha anche una voce di gran potenza:
testi anche in siciliano (che conosco)
piaciuti a Marinella, a Gemma e a Bosco;
per non dire del gruppo dei lombardi:
ha gradito “Ma mi” con accenti sardi.
Maddaluna, in giro per ogni tavola,
le mangiate di ciascuno controllava
e a ogni nuova portata esclamava :
“Assaggiate, anche questa è da favola!”.
In un angolo Latrecchina e Manigrasso
vicini vicini a Loredana e Angelica,
dicevano “Maddù, non rompere l’elica!
Il posto grazie a noi, pensa all’incasso!”.
Per tutta la durata del convivio
non moltissime foto per l’archivio,
(a ben altro era rivalta l’attenzione)
ma al momento dell’ esibizione
un diluvio di flashes a catinelle:
Sanfilippo, Ranieri; Limardo, Rasella,
imbeccati da Rita e da Annalisa,
di fotogrammi han riempito due ceste.
Echi di discorsi colti senza fatica:
Bruno Cordani ripeteva a Federica:
“Così funziona la meccanica celeste”
(e Trapani i segreti cercava di carpire
per investimenti prossimi a venire;
anche l’imprenditore Vanni Pelle
manifestava un interesse … alle stelle).
Fabrizio del Castello sa proprio tutto:
ha visto anche il fantasma brutto brutto
che però affascina i bei Carlo e Camilla
quando decidono di stare in villa.
Capite che siamo stati quindi da re:
Di Alesio evocava alcuni assenti;
l’altro Carlo a Paola parlava in latino;
Albert Einstein si esaltava un casino
ricordando Bohr e le loro frequenti
discussioni di meccanica quantistica,
rivolgendosi sia ad Alloggio Nino
sia a Liliana come a lezione di Statistica.
I medici Galasso, Limardo e Dadone
(quest’ultimo con Ester a protezione),
Gemma e ovviamente “Baffo” Rasella
dicevan esser loro la categoria più bella
nei confronti di quella degli ingegneri
difesa a spada tratta, oggi come ieri,
da Appiani, Morello (con Raffaella)
da Tegliai (con Susanna) e da quella
anima bella che è il nostro caro guru:
l’ing. Maddaluna, puoi esserne sicuru.
Paolo Pulina
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LA COMMOZIONE
In ricordo di Pippo Ripa, Franco Bonini
ha scritto e cantato
e ci ha commossi:
Cantata per Pippo
E' arrivato anche Maggio e si sciolgon le brine
e gli amori che sbocciano si corteggian sui prati
il tuo letto ormai stanco è fatto solo di spine
non è un letto d'amore ma per cieli affamati
Hai sorriso, un saluto e hai poi preso il volo
per viaggiare in silenzio in quel posto, se c'è
questa sera è più triste e mi sento più solo
da stasera noi tutti siamo parte di te
Ci hai lasciato valigie con dentro ricordi
le tue foto ingiallite di marito e di sposa
della vita cui tu hai pensato ormai tardi
ci hai lasciato in regalo la più bella cosa
Crescerà come un fiore sbocciato di Maggio
noi saremo lo scrigno per tenerlo al sicuro
servirà la memoria e non solo il coraggio
per portarlo agli ormeggi in un porto futuro
E' arrivato quel Maggio in cui tutti siam nati
non è un mese ma un sogno che ha dato speranza
le speranze si perdono come i sogni passati
ma rinascono ancora, non son mai abbastanza
Vorrei esser per questo un fiore in un prato
per raccogliermi e ornare i tuoi bianchi capelli
quei capelli e il sorriso nel tuo volto affilato
che ti fan da cornice a quegli occhi ancor belli
E vorrei rifiorire ogni anno, ogni giorno
e con gli altri aspettarti, ogni giorno sperare
che da quel lungo viaggio tu faccia ritorno
e tu torni a sorriderci là, lungo il viale.