Bologna, 2 giugno 2011
Per conoscerci meglio: l’ex cusmino Mario Liccardi si presenta
Tanto per segnalare: sono quello che Piero Maddaluna, in una delle sue infinite e-mail con le quali ci bersaglia ormai da mesi al limite dello stalking (ahahah!), ha definito “il più carino”. Troppa grazia Pierulo!
Il mio CUSM è iniziato nel settembre 1962, quando, matricola 18enne, provinciale ingenuo, inesperto e un po’ crucco (provenivo da Bolzano Bozen), sono approdato nella grande Milano presessantottina. Nonostante un romantico flirt bolzanino con la rossa figlia di una dirigente comunista locale, ero sprovveduto dal punto di vista sociale e politico. Inconsciamente qualunquista e fascistello, ero influenzato da uno zio a cui volevo bene che mi salutava sempre col saluto romano. La mentalità di allora era quella, almeno dalle parti di Bolzano e dintorni.
Il mio primo voto è stato repubblicano, sollecitato da mia madre prof di inglese, in quanto i repubblicani avevano fatto alcune proposte di legge a favore degli insegnanti.
C’è voluto del tempo per schiarirmi le idee. Merito anche del ’68 che mi ha aperto gli occhi. Da quando sono diventato “grande” ho sempre privilegiato i partiti politici che declinavano e coniugavano parole e verbi della solidarietà. Voto a sinistra obbligatorio quindi: da quella estrema all’attuale PD e nelle elezioni locali qualche puntatina all’Italia dei Valori e al Movimento 5 Stelle.
Nel CUSM sono rimasto tre anni: a fine 1965 con Massimo Appiani e Giuseppe Morello ci siamo trasferiti a quattro passi dal Politecnico, in un appartamentino di via Guerrini.
Del mio CUSM ricordo poco. Buchi paurosi si sono inesorabilmente formati nella memoria, grrrrrr!!!.
Alla Bersani: oh ragazzi, siam pazzi? Sono passati quasi 50 anni, orco boia ragazzi! Siam mica qui a far finta di spremere le meningi vuote ragazzi!
Ciononostante nelle meningi qualcosa è rimasto. Ho sempre stampati nel cervello gli amici del favoloso decimo piano: Piero Maddaluna innanzitutto e Lucianina Donazzi, alla quale volevamo tutti molto bene; Massimo Appiani, Peppi Morello, Fabio Lunelli, il Leone del decimo piano Titta Giudici e l’aspirante ingegnere nucleare Giuseppe Cannata con la sua amata Giuseppina. Infine, “last but not least” Gabriella Livieri, l’azzeccagarbugli Edmondo Gangitano, il trevisano Francesco Molinini, Guido Noè e il povero Guido Gennaro, dal destino tragico e sfortunato.
Ricordo scherzi da prete, gavettoni, sputtanate, ore passate a cazzeggiare e, nella solitudine della mia cameretta del decimo piano, a studiare e fantasticare. Rammento palleggiamenti infiniti da fondo campo con Franco Andretta che si concludevano inesorabilmente 6/0 - 6/0 per me (o per lui, chi si ricorda più ragazzi? Ahahaha!!).
Ho incrociato la racchetta anche con l’italo-tripolino Roger Abravanel: dalla sicurezza con cui si muoveva già allora, si capiva che era predestinato al successo (saranno famosi). Rivedendolo oggi in una interessante intervista sulla “meritocrazia”, ho avuto la conferma come ognuno di noi conservi per tutta la vita la gestualità che aveva da giovanotto. Anche se con un viso completamente diverso, l’ho riconosciuto all’istante. Chi l’ha frequentato apra il seguente sito: http://www.themagazinepost.tv/default.php?idf=48.
Torniamo al sottoscritto.
Dopo la laurea in ingegneria raggiunta in quasi 7 anni appassionati, mi sono reso conto che il mestiere dell’ingegnere non mi appassionava affatto. Ma ormai ero l’ing. Mario Liccardi e cancellare 7 anni di vita era impossibile. Ho trovato lavoro a Milano (altri tempi, non c’era l’università di massa, eravamo privilegiati) e mi sono sposato con Margherita, Rita per gli amici, una romantica milanese.doc di Porta Cicca. Abbiamo due figlie Claudia e Francesca nate dalle parti di San Siro. Ho un bel nipotino di quasi 6 anni, Alessandro (Ale), che Magno ancora non è.
Nel 1979 mi sono trasferito a Bologna. Nonostante gli indelebili ricordi milanesi di quant’era bella giovinezza, nonostante fortissime radici (università, amici, moglie e figlie), a Milano non tornerei più. O meglio, non avrei mai scelto di abitarci nell’era di Berlusconi imperante. Ora, con il mite Pisapia, chissà.
Ho lavorato una vita prevalentemente come direttore di cantiere e, anche per la mia indole mai dalla parte dei potenti e per il mio essere un po’ trasandato, non sono diventato dirigente. Sono andato in pensione a 65 anni per raggiunti limiti di età.
Ritengo di aver vissuto una vita fortunata e, senza strafare, mi sono divertito il giusto.
Ho sempre avuto predisposizioni verso lo sport. A Milano giocavo a tennis e battevo sia Franco Andretta che tutti gli altri che avevano l’ardire di lanciarmi la sfida (oh ragazzi, siam pazzi?).
A Bologna ho scoperto il podismo domenicale su e giù per i colli bolognesi. Poi, in un crescendo impetuoso, la maratona, infine le ultra, spaziando dalle 50 km fino alla 100 km del Passatore (Firenze-Faenza) che ho ultimato dieci volte. Siccome molti lo ignorano (ma non certamente i dotti Cusmini), lo segnalo ad abundantiam: quando si parla di “maratona” s’intende un percorso lungo 42,195 km. Prendendo da Wikipedia, “la leggenda narra che Milziade, dopo la vittoria sui persiani nella battaglia di Maratona (490 a.c.), incaricò Fidippide di recare la buona notizia ad Atene. La distanza tra le città di Maratona ed Atene è di circa 42 km e Fidippide percorse l'intero tragitto di corsa senza mai fermarsi. Dopo aver annunciato la vittoria di Atene sui Persiani, crollò al suolo morto, stremato dallo sforzo.”
Memore di questo, al termine di ogni maratona, il mio primo (e ultimo) obbligo è quello di telefonare a mia moglie per annunciarle di esser ancora una volta sopravvissuto.
Nel 2004 mi sono iscritto al Club Super Marathon Italia. Si entra con almeno 50 maratone/ultra ultimate. Il capoclassifica è l’ottuagenario Giuseppe Togni da Lumezzane (BS) con 761 maratone/ultra in carriera, ancora in attività. Nel mio piccolissimo, ho tagliato il traguardo delle 343.
Oggi sono in pensione e il tempo corre, ahimè, troppo veloce. Quando posso, volo low cost in una città europea ove la domenica c’è la maratona. Turismo & podismo è la mia accoppiata vincente.
Mi rilassano i romanzi storici (specialmente il periodo romano e medioevale) e la rilettura dei grandi classici (Dostoevskij innanzitutto).
Mi piace navigare su vari blog di approfondimento politico. Tutti rigorosamente antiberlusconiani.
Queste, insieme all’amarcord di 50 anni fa , alcune cose che so di me.
Ciao, Mario
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pubblicata in bacheca il 24 dic 2014 (di Nino Bosco)
Cusmini carissimi
Mi piace scrivervi, come cusmino orgoglioso di esserlo stato e da qualche anno di essere tornato ad essere cusmino.
Speriamo che il nostro gruppo riesca a crescere attraverso un'azione di coinvolgimento degli indecisi che ci guardano, che si informano, ma non fanno il passettino per essere presenti.
I nostri incontri sono piacevoli ed interessanti perchè ci permettono di condividere i ricordi di quando eravamo giovani cusmini, raccontarci le azioni della nostra vita professionale e sociale e le proiezioni future che sono presenti in ognuno di noi.
Va ricordato che tutto ciò che è iniziato a Sesto e' continuato con molta qualità e dignità. Nessuno di noi è stato banale, ognuno ha dato il massimo. Questo è uno dei nostri sogni diventato realtà.
Per questo abbiamo voglia di incontrarci per continuare a sognare e camminare con gioia insieme .
Forse sono stato lungo, però vi volevo comunicare queste mie convinzioni ed emozioni
Un abbraccio di cuore a tutti.
Nino Bosco
di mario
RispondiElimina1. era un noto sciupafemmine, la sua arma segreta, alle feste, era di stappare una bottiglia di vov ( marsala all' uovo )
2. gli piacevano le ragazze con la bocca "fresca e cristallina come acqua di fonte"
3. tesaurizzava monete da 500 lire incollandole
al fondo del cassetto (asportabile) della scrivania ( da qui "la volpe" )
4. non era ancora maratoneta ma a luglio tornava in bici a bolzano
5. le babysitter di milano erano di suo interesse
5. ci siamo divertiti insieme e abbiamo con massimo e peppi campeggiato alle tremiti ammirando una creola che aveva trenta "due pezzi", nessun vestito ed un marito milanese pelato che passava il giorno a piantare picchetti intorno alla tenda.
Ne avrei ancora ma per principio non sparo mai
tutte le cartucce
M
M, anonimo del cazzo, chi sei?
RispondiEliminaAttento a te!
Dove sono le prove provate di quanto affermi?
Hai commesso un reato! Mi hai diffamato!
Mi riservo di intraprendere tutte le opportune azioni legali per difendere la mia onorabilità!
Attento a te!
Ahahahaha!
Mariolino
ma quale anonimo,
RispondiEliminaM come ...
quello originale, il terror dei comu...
A mariolino sattanino o sessantottino
che approfittando dell' occupazione,
di libero amore facea professione
(in grande abbondanza...sapesse contessa).
Sappi che entro un mese, con un manipolo di arditi (peppi, max, giovanni, ecc), nei pressi di Salò provvederò a somministrarti adeguata dose di purgante per farti passare dal rosso della tua infezione, piena di inverecondi pruriti, al casto bianco fiore.
E al tuo "COSCIA QUA"
rivolto alla settantenne indifesa, compagna di merende e di maratone
risponderemo
" ALA LA' "
M
che fine hanno fatto le poesie del pulina giovane, scritte in quel di sesto san giovanni ?
RispondiEliminaQualcuno ne ha traccia ?
Sarebbero reperti archeologici di certo interesse per valutare l'evoluzione della poetica dello scrittore di ploaghe.
M