Copertina


Blog fondato da Giuseppe "Pippo" Ripa


dedicato a GIOVANNI ARDIZZONE


in memoria di Luciana Donazzi

scomparsa il 24 agosto 1997, gentile amica di tutti noi,

in memoria di

Claudio Bertoluzzi (✝ luglio 2006) - Pier Luigi Golino (✝ maggio 2003) - Luciano Riffaldi - Salvatore Gozzo - Guido Gennaro - Danila Zadra (✝ 11 aprile 2007) - Tiziana Begarani - Marina Bonora - Nino Amato - Gegé Falaschi - Vincenzo (Gianni) Pennetta - Matteo Guerini (✝ aprile 2006) - Lalla Bosi - Marco Pennacchioni (✝ 1994) - Valentino Santoni - Augusto Agazzani (2011) - Anna Nay Savina - Enzo Baldoni - Gino Gorgoglione (✝ dicembre 2011) - Giuseppe Ripa (✝ 24 maggio 2012) - Mario Pramaggiore (✝ 16 giugno 2012) - Fausto Salghetti (28.11.2013) - Salvatore Caputo (10.01.2015)

Daria Acquisti (9.06.2016) - Roberto Baldini - Giorgio Scaglia (2007) - Marchionni - Franco Selandari - Gigi Ziliani (8.12.2016) - Mariella Alitti (9.03.2017) - Francesco Molinini (13.08.2017) - Marinetta Bagliani - Mario Gervasoni - Nik Sacharidis - Cinzia Mariotti - Liberto Cavallone (18.01.2019) - Franca Gaspari 31.03.2019 - Edmondo Gangitano (20 febbraio 2018) - Corrado Lamberti (17.04.2020) - Gianni Abbate (8 maggio 2020) - Marcello Montedoro (ottobre 2020) - Adele Tonini (22 febbraio 2021) - Annamaria De Pietro (novembre 2020) - Dario Rocchegiani (2 settembre 2021) - Enzo Ruggiero (ottobre 2021 - Gabriella Livieri (28 gennaio 2022) - Luisella Guerra - Rudy Schonhuber (1 novembre 2022) - Vincenzo Marti - Giuseppe Bortoluzzi (17 aprile 2022) - Laura Bertolotti (1 marzo 2023) - Vincenzina Centofanti (27 marzo 2023)

novita'

Quale è la cosa più difficile di tutte? Quella che sembra la più facile: con gli occhi vedere ciò che davanti agli occhi si trova. (Goethe)

martedì 18 agosto 2015

PENSIERI E RIMEMBRANZE
(archivio della bacheca)




NdR
A T T E N Z I O N E  
Tutta  questa paginata, nell' elenco di sinistra
(ARGOMENTI), compare sia come  
3. pensieri e rimembranze
che
immagini  (da bacheca)
L'una è il doppione dell'altra.

*



o

2 febbraio 2018  .  Mutatis mutandi 
Andando o tornando dall' agriturismo Ranza, 
Q U E S T O   è l' andazzo .
L' insieme "inverdito", con copricapo per l' alto ed il basso.
Il corpo basso (allora per le nostre ragazze di alto ingegno).
Facciamo che entriamo.
A destra il giardino fronte vetrata,
a sinistra per il teatro, avanti infine l'ingresso.
La portineria.     Oggi però  non vedo  D' Intino.   



19 febbraio 2018  .  Pippo
Da Antonio Latrecchina.        E io pubblico
Non credo che Tu abbia queste foto di Pippo 
( allora -cascina caremma- in ottima forma) ,  ciao.
 
 
Non era il quarto, bensì il secondo incontro (Pavia)
e la seconda foto  Pippo l' aveva già pubblicata (vedi).  
Ma oggi la nostra memoria si arricchisce ed è stimolata.
Così ne approfitto per invitare il Benza, qui tra 
Nino e me, venire al ventunesimo incontro.  Gino latiti 
da troppo tempo.    Ma non  sei il solo ed allora, a tutti 
"  !  RivederVi  da  Ranza  è  mia  speRanza  !  "






19 febbraio 2018 .  Foto per te
Ricevo da Fernando Palombo e qui pubblico ..
Caro Piero, scartabellando tra mie vecchie foto, 
ne ho trovate tre che si riferiscono al mio  periodo 
passato al cusm. Ti ho allegato queste foto.  
Mi trovavo spesso in collegio con queste persone. 
Il gruppo era molto affiatato.  Un pò di anni fa a  Città Studi 
(Milano), mi capitava di incontrare due di questi miei amici: 
Roberta (nelle foto con camicia bianca) e suo marito. 


Delle altre persone non ricordo più il nome.



gennaio 2018  .   La  quaRta  D
Da Adriano Decarli mi arriva, io  pubblico.     Una cosa però, sulla
foto di Ciccio ;  Albert me l' aveva già mandata : è pubblicata 
nel post   " 17 maggio 2015 . Ciccio 1967 "  la  trovate in 
" 3.  pensieri e rimembranze ( da bacheca ) ".     
Ma  repetita iuvant. 
Sopratutto se stimolano a frequentare non solo questa "bacheca" 
ma anche il vasto archivio (del blog) ricco di memorie.     E,
ancora, a frugare (ognuno) nei propri cassetti alla ricerca 
di nuove foto da inviarmi, per nuovi ricordi da condividere.  
 Caro Piero, sto traslocando e ho ritrovato qualche (brutta) 
foto da aggiungere al sito.  Una in cui si vede il profilo di 
Guerrini spalatore, una in cui si vede Jean (matematica, 
prima insegnante, poi speculatore di borsa, poi non so 
come sia andato a finire) sempre nel giorno della spalatura 
di quell'inverno 68, una con Josè Cabre e Uccelli e 
l'ultima con Mario Bottignolo. E' solo casuale che il 
ritrovamento dei reperti relativi alla documentazione 
di faraoni della 4a dinastia (o piano) sia avvenuta quasi 
in concomitanza al ritrovamento del Blog1968 da parte 
di uno di quei faraoni.  Bisognerebbe interpellare gli 
Angela (Piero e Alberto) per verificare se fenomeni simili 
di telecinesi archeologica si siano già in precedenza verificati 
e se si chiedere a Kazzenger-Giacobbo di farci una 
trasmissione sull'argomentopartendo dal CUSM.
Ciao, A  "

 
 
 
Conclusione  :  " grazie Albert  !!!! "




26 dicembre 2017  . Quarto.Piano news
Ciao Pietro.
Ho trovato per caso il blog dedicato a chi ha abitato il 
pensionato studentesco, di via Milanese 300, che io ho 
frequentato (dall'anno accademico 69\70 fino al 1975).  
Mi chiamo Giulio Zanella ed ho visto diverse foto 
con volti noti che mi hanno riportato quegli anni 
"ruggenti".  A novembre ci siamo incontrati con un piccolo 
gruppo del famoso 4° piano, a Valdobbiadene per 
il compleanno di Mario Bottignolo :  ti allego una foto 
con il prima ed il dopo (oggi).                        Da sx :
 Giacomo Uccelli, Josè Balcels Cabrè, Luciano Gottardi, 
Mario Bottignolo, Giulio Zanella, Siro Ferrari  
Ho altre foto che se interessa potrei spedirti con altra mail.
Un saluto e Auguri per un felice Anno Nuovo, 
Giulio
1
 NdR: i nostri del Quarto li vediamo in "4.1  Eravamo
tutti belli", l' album fotografico (a lato) fornitoci da 
Diego Cioccarelli.  Speriamo naturalmente di incontrarli 
al nostro XXI° incontro.  Per intanto il filo è ripreso.    
E noi si ricomincia a tessere !  Con l' aggiunta di 6. 
2
Di seguito altre foto, preannunciate da Giulio.
Edoardo (cuoco), Giulio, Mario Gervasoni, Nik Sacharidis 
 Giulio, Andoh Eiji
Edoardo, Giulio 
Cinzia Mariotti, Giulio
da destinare a  "reperti archeologici"



*
25 dicembre
OGGI un abbraccio GRANDE
 -   ARRIVATIMI   PUBBLICATIVI   - 
*
Inizio riportando gli auguri al gruppo Cusm
da parte di  Eugenio Pozzi,  sentito telefonicamente.
*
(NdR : la email che segue la inserisco d'ufficio. Con un
corredo fotografico così ricco, la intendo un gran bel
regalo di Natale per il blog.  Ringrazio Claudio  e vi ricordo
che "il bicione" era il come Luciana chiamava suo fratello
(Fabrizio Donazzi).   Dovrei verificare le foto (alcune sono
già state pubblicate), indicare cognomi.   Ma è Natale ed
pure i giornali oggi non sono usciti.  Cosi io termino 
l' attività, per questa sera anche di mia festa).
Claudio  Marini  :
Auguro a te e famiglia i più cari auguri di Buon Natale 
e Felice Anno Nuovo.  Colgo l’occasione per inviarti le foto 
del CUSM che Piero Genovesi mi ha dato nella sua annuale
 visita in Italia nel novembre scorso, ci sono quelle che 
completano la gita fatta a Galliate. Trasmetti gli auguri 
anche al bicione.













( 26 dic-NdR .                          Or, passato il Natale, 
vi dico che nelle foto riconosco :    Margareth (la prima), 
Mimmo Carbut, Annamaria Di Pietro, Domenico Seminerio, 
Walter Battaglia, Piero Genovesi, Gianclaudio  Marini, 
Marinella e Giusi Bagliani, Tiziana Berengari e Norma Casilio )  
*
Gemma di Filippo :
AUGURONI  A  TUTTI  I  CUSMINI,      CON AFFETTO, 
*
Fabrizio Donazzi :
Quest’anno le locandine sono due, entrambe basate su dipinti del grande Caravaggio. La prima è rivolta a chi apprezza le Feste di Natale e di fine anno:
Ma, ahimè, molte persone sono refrattarie alle feste, anzi molto spesso, in questo periodo, cadono in uno stato di prostrazione se non di depressione.
Ed ecco quindi, rimanendo in temi “caravaggeschi” la seconda locandina:
 In definitiva, buone feste a tutti gli amici CUSM !!
*
Mario Rasella :
( NdR :      premio Pulitzer 2017 a Thomar per la
cartolina augurale di Baffo, "Nonno Nataledell' anno.
Qui con Cinzia e Alessia.       Ma grandi molto son sue mani.
Posto ancora c'è   ..        E POI        ..   non c'è 2 senza 3.
Auguri allor anco  per   l' arrivo III°    de lo futuro anno )
*
Mario Liccardi :
*
Gian Battista Giudici :
( NdR : il testo è del Titta, la veste grafica
della "redazione ..".  E' il quanto dovuto al 
grande vecchio Leone :   Titt.One,    Titta the One ! )
*
Gian Franco e Marisa Tantardini :
A tutti gli amici cusmini facciamo tanti cari auguri
per un felice Natale e un sereno anno nuovo.
*
Franco Bonini :
Caro Piero , augurissimi a te e a tutti gli amici e 
compagni del CUSM ....... A presto insieme.
*
Domenico Seminerio :
Ricambio di vero cuore: che il Natale passi con gioia 
e il 2018 porti a tutti i Cusmini serenità e allegria.
                            Un abbraccio fraterno.                           
*
Paolo Pulina :
2017: un anno che muore
A gennaio muore un caro amico novantaseienne,
Rino, poeta dialettale pavese di rinomata fama.
A metà maggio, a Brescia, Paolo, ottantunenne, 
presidente dei Sardi, la crudele Parca lo reclama.
In Oltrepò, viene strappato alla sua amata vigna,
a giugno, Mario, 77 anni, de Bono in Sardigna
La nera mietitrice, spietata, a novembre, chiama,
in Cile, Alessandro, consuocero sessantacinquenne.
A dicembre, deve lasciare gli archivi che tanto ama
Fabrizio, amico vogherese, storico sessantottenne.
Il 15 dicembre, ti trafigge il cuore come una lama
la notizia che con il carissimo Egidio, settantunenne,
a Mantova non si può più imbastire la lieta trama
di un’amicizia nata nel corso degli incontri regionali
tra funzionari provinciali addetti ai servizi culturali
e cresciuta nella comune passione, vera e autentica,
per cultura, giornalismo, politica di natura etica.
2018: un anno che nasce 
Considerato quanto avvenuto nell’anno passato,
essendo impotenti di fronte all’imponderabile,
auguriamoci che il 2018 sia meno implacabile
e che il conforto degli amici ci sia assicurato.
Dicendo “Salude e trigu” (salute e frumento)
in sardo si augura benessere fisico e materiale;
A largos [medas] annos” si dice nel momento
che inizia un anno di una serie auspicata speciale!
Chi s'annu nou e chentu de sos annos benidores
bos assegurent salude, trigu, paghe e fatu eretu!
Che l’anno nuovo e cento degli anni a venire
vi assicurino salute, grano, pace e buona sorte!
A totus sos amigos caros cherzo augurare:
“Bonas Pascas de Nadale!” e “Bon’annu nou!”
A tutti gli amici cari voglio augurare:
“Buon Natale!” e “Buon Anno Nuovo!”  
*
Franco Andretta :
... eccoli qui sotto, anche musicali, con la JL card, ..
( N d R :    qui dovrebbe comparirvi una animazione
natalizia di Jacques Lawson, che però io non riesco
a caricare sul blog.  Immaginatevi un albero di Natale
che si illumina via via .. con accompagnamento musicale )   
 *
Bruno Cordani :
Sperando di essere presente la prossima volta, 
auguri a tutti. 
*
Mirella Zocchi :
Auguri a tutti e arrivederci a resto. 
*
Paolo Macry :
carissimo mad, auguri molto affettuosi a te
 e a tutte le nostre amiche e i nostri amici 
della cusmica epopea. Spero che il 2018 
sia l’occasione per rivedervi ma evitiamo 
di vendere la pelle dell’orso, conoscendomi 
(tra l’altro non potrei mai mettermi a 
commerciare in pellami, sto diventando 
animalista, eticamente refrattario 
all’abbacchio, insomma un pò vegetariano, 
diciamo vegetariano della domenica). 
Un abbraccio con la dovuta malinconia.
 *
Corrado Lamberti :
Caro Piero, tanti auguri a te e a tutti i Cusmini!
*
Flavia Carnevali :
 Pietro ho provato a cliccare sulla figura dove c’è scritto 
inserisci ma a me vengono fuori solo le foto e il mio folletto 
personale si sta sbellicando dalle risate di contentezza perché 
non ce la faccio e allora eccoti i miei auguri per tutti:
 Grazie a tutti per essere stati uniti nell’esperienza bellissima 
del Cusm: anch’io desidero fare i miei più sinceri auguri 
di avere un 2018 serenamente felice attivo
            Flavia Carnevali ora Molinari
*
Mimmo Carbut :
Tanti auguri di Buon Natale e Buon Anno 
a te Piero e a tutti i Cusmini
*
Luigi Limardo :
Auguri di buone feste a tutti i cusmini
____________________*____________________
*
A 
tutte le amiche
ed 
a tutti gli amici 
del collegio, alle loro famiglie.  
A 
tutte le donne, a tutti gli uomini di buona volontà 
*  Buo Natale  *


_________*_________





10 dicembre 2017  .  Ifigonia
Ricordo oggi, qui in bacheca, la rappresentazione
del dramma "Ifigonia" avvenuta illo tempore nel Teatro 
del Collegio. Il destro mi è dato dalla foto (vedi) del nostro
Giacinto Maggi, all' epoca Direttore del Coro delle Vergini.
Mi è caro rammentare la grande interpretazione di 
Mario Pramaggiore nel ruolo di Hiro Hito (?).  Correva l' anno
"accademico" 66-67 e Mario era matricola, così Luciana 
(nel coro di cui sopra) Chi voglia aggiungere notizie 
sull'evento, grazie alla propria eccellente memoria, 
mi scriva.                Per intanto cito da Wikipedia ..
Ifigonia in Culide è un poemetto goliardico in tre atti, composto a Torino nel 1928 da Hertz De Benedetti (1904 - 1989), all'epoca studente astigiano di medicina, e in seguito medico urologo. Esso venne pubblicato in forma anonima, sotto forma di dattiloscritto senza data e senza firma, e per questo motivo per lunghi anni si fecero congetture di ogni tipo sull'Autore, sulla sua città di provenienza e sulla datazione dell'opera.[1] Scritta in versi e strutturata come una tragedia greca (il titolo è un chiaro rimando a Ifigenia in Aulide), Ifigonia è una parodia burlesca del genere tragico che, come vuole lo spirito goliardico, ...

20 dicembre 2017
Gian Marco Sabbadini mi dà indicazioni, così io preciso la 
datazione dell' evento (anche con il gentile aiuto di Norma Casilio).
Gian Marco : 
" Ricordo solo che la parte di ifigonia fu sostenuta, dopo impegnative 
ricerche, per l'indisponibilità delle ragazze, da una  che mi pare fosse 
valtellinese e della quale non sono certo del nome, forse Maria.   
La cosa comica fu che dopo il successo della rappresentazione, 
ella cominciò ad essere chiamata Ifi per poi trasformarsi nel 
definitivo Hi-Fi (alta fedeltà, se l'ho scritto correttamente). 

Presumo che fosse il 1966, ma non ne sono sicuro. Quel che è 
certo è che io venni al Cusm nel 1964 e che Mario vi arrivò forse 
due anni dopo. "
Un altro tassello..  ed ora ratti alla ricerca di Maria (Ifi ovvero Hi Fi, 
all' inglese). Click, Maria .. ma sì, Maria Occhipinti, questo il 
cognome.          Ricordo di averla rivista una ventina di anni fa 
a Milano. L' occasione fu un incontro-CUSM con cena, in zona 
stazione Centrale, organizzato da solerti cusmine (tra cui Flavia 
Molinari).  Vi partecipai coinvolto e recuperato dal Titta, che 
invece era stato personalmente invitato dalle gentili organizzatrici. 
Lo sappiamo, lui (il Titta) ha sempre fatto colpo sul Gentil Sesso 
e lasciato su di esso (G.S.) imperitura propria traccia.  Averlo amico
mi è stato ancora una volta di ausilio.  Andare in scia rende, come
è noto, la vita più facile ai più.  Chè io fui tra quelli che fan da spalla.
 




4 marzo 2017   Primavere - Autunni
Non un periodo della storia antica della Cina,
nè spartiti di concerti dell' abate rosso.
Il   prima (AZZURRO) 
ed il   dopo (MARRONE)
del colore del nostro Collegio di Sesto.

Collegio dalla vita breve (1961-1985),
come la nostra giovinezza.
 A Pavia   il Collegio Borromeo ospita dal 1561, 
il Ghislieri  dal 1567 e,  per entrambi,  i secoli a
venir ne vedran proseguo    Così, pur con vita più 
perigliosa,  il Castiglione-Bruganatelli  dal 1429
( è il capostipite nella città delle cento torri ).
Fu  al Cusm  subito destino   l' IRCCS,
l' inverno del nostro scontento.   

Tornando all' effimero,  allego anche foto del 
depliant saccheggiato a Clotilde Lusardi, 
che me ne perdonerà.

PRIMAVERE

AUTUNNI




INVERNO
Panta Rei





16 febbraio 2017 .  Giordano Eleftherakis
25 dicembre 2016
Oggi 25 dic 2016,grazie alla mia conoscenza con Francesco Manigrasso e grazie al sito del cusm mi son veramente meravigliato. Mi sono riallacciato con un pezzo di vita mia veramente straordinario.         Fui cusmino dal 1972 sino all 1975 e son fermented spiacente della scomparsa di tante persone e specialmente per Mario Pramaggiore !!! Ne abbiamo bevute un sacco di birre insieme in compagnia del maestro Locastro dallo SCofone a Brera. Mi dispiace fermented anche per Gino Gorgoglione di BARLETA,con cui abbiamo fatto compania.       OVviamente la maggioranza dei cusmini che si presenta nel sito non last conosco,ma capisco perfettamente la loro nostalgia ed ramarico espresso da alcuni.
1 gennaio 2017
Oggi e un giorno di reflezione.Tornando di nuovo al sito del Cusm, mi son passate davanti dagli occhi migliaia di immagini. Immagini di allora quando il Cusm era pieno delle nostre voci ed attivita.ogni Domenica sera in sala tv a seguire la Domenica sportiva do Alfredo PIGNIA o di Paolo Frajese. Prima si aveva seguito PAOLO VALENTE col Novavtesimo minuto,love  I'll symaticissimo Paolo, aspettava le prime immagini delle partite le quali tardavano quasi sempre. 
4 gennaio
Tantissimi I riccordi durante il periodo della mia permanenza nel cusm. La via ROVANI che portava in piazza ROndo, ladove il cinema ROndo, ove abbiamo visto il primo film di Bruce Lee , intitolato le Cinque ditta di violenza !!!       D' estate in via Rovani di notte, mentre si tornava al collegio dal cinema Rondo, c'era un tizio con un barrachino che vendeva fette di cocomero a 100 lire l' una.
Erano, dalla Grecia, i "COMMENTI" di Giordano Eleftherakis 
(cusmino 1973-1975) all' ARTICOLO  "il mio CUSM"   che oggi passano 
in  BACHECA,  per una maggior visibilità.   Ad essi ora si aggiunge 
un bellissimo servizio fotografico di Giordano redatto per l' occasione. 
  Buona visualizzazione a tutti ed un grazie di cuore a Giordano 
che non penso di aver conosciuto (nel '73 mi sposavo), ma con il quale 
ho condiviso l' amicizia di Mario Pramaggiore (papà), 
di Vito Locastro (il maestro)  ed anche, sfalsata nel tempo,
la vicinanza di camera ( lui 1008 ed io, alla J. Bond, la 1007 ).

DA e di Giordano Eleftherakis :
NEL 1973 CI FU ALL’ INTERNO DEL COLLEGIO UN 
MINI CAMPIONATO DI CALCIO TRA VARIE SQUADRE. 
QUI  LA SQUADRA GRECA. 
IL SIGN. COLLA CRAVATA E IL DIRETTORE DEL COLLEGIO DOTT. LEPORE . 
A SUA DESTRA IN PIEDI LIAKOS-LIAKOS, 
CARBONE [portiere italiano],
NICOS NULIKAS, DEMETRIO ONDRIAS.   
ACOSCIATI TASSOS TSINALIDIS,
ELEFTHERAKIS GIORDANO E ATANASIO MARANTIDIS. 
FUMMO I VINCITORI!!!   
ULTIMA CLASSIFICATA LA SQUADRA CON 
IL NOME ‘’MEZ LITRU’’ 
COMPOSTA DA BULLACIO, PRAMAGGIORE, 
LOCASTRO [il maestro] ECC.
LA STANZA 1008.     FACIO FINTA CHE STO STUDIANDO !!
DAVANTI AL COLLEGIO CON LA MIA INNOCENTI TRUCCATA
[1300 cilindrata]
RECINTO ESTRENO DEL COLLEGIO DI VIA MILANESE CON IL 
MIO AMICONE  TASSOS TSINALIDIS.
ARBITRAGGIO DI TENNIS DA ME !!
CONCORRENTI NIKOS NULKAS, KIKI PAPADOPOULOS.
NELLO STESSO CAMPO QUELLO CHE
SI IMPEGNIAVA MOLTISSIMO ERA UZZI !!!
Post Scriptum
LA CITTA DOVE ABITO ADESSO SI CHIAMA VERIA.
DISTA 70 KILOMETRI DA SALONICCO ANDANDO
VERSO ATENE.       C'E NE SIAMO UNA VENTINA 
DI  LAUREATI IN ITALIA !                   CI SI TROVA
OGNI TANTO E SI PARLA  CON  NOSTALGIA
DURANTE LA NOSTRA PERMANENZA IN ITALIA ! !








20 marzo 2016  . 600 blu (parte seconda)
Ma prima, va disvelato l' arcano:  è Michele Sangirardi 
in barba davanti al nostro autore con i baffi.  
(seconda parte.     La prima pubblicata il 16 marzo)

Dunque partimmo evitando rigorosamente l'autostrada, "non ci succede mai niente",  imboccando l'Emilia, "molto più movimentata",  e dopo diverse peripezie, arrivammo a Rimini. 
Raggiungemmo il resto della band che si esibiva in un locale notturno e finimmo col passare con loro gran parte della notte. 
Nino si sarebbe fermato con piacere anche il giorno successivo, ma il mio viaggio, che terminava dopo il suo, non lo permetteva, anche a giudicare dalle forti nevicate annunciate sulla Basilicata. 
Ripartimmo per Foggia e nel pomeriggio mi spostai, in treno, prima a Potenza e, poi  di sera, ancora in treno, sul  fondo valle del Basento ma, a causa della neve,  le corse dei pullman "postali" per i paesi vicini, quasi tutti arroccati su rilievi montuosi,  erano state soppresse. 
In nostro  soccorso venne un noleggiatore di Stigliano, uno che in guerra aveva guidato  ogni genere di mezzo, su ogni tipo di terreno e in tutte le stagioni. 
Ci raggiunse in pianura di sera e ripartimmo, in 5,  per il mio paese: 800 metri di dislivello, 40 Km di strade sperdute fra i boschi,  coperti in più di 3 ore. 
Uno spettacolo indimenticabile: dal turbinio di neve che ti impediva di vedere la strada e che dava un senso di vertigine, a schiarite improvvise che mostravano un paesaggio incantato: boschi   innevati,  i rami degli alberi  imprigionati in cristalli di brina. 
E, poi, come prigionieri di una palla di vetro, qualcuno improvvisamente  capovolgeva tutto  e ci ritrovavamo  avvolti in un fitto vortice di nevischio. 
In paese non c'era ormai piu' nessuno in giro, anche chi aveva assistito alla messa di mezzanotte era a letto, l'unico segno di vita una finestra illuminata a casa mia. 
Fu quello l'ultimo viaggio con Nino. 
Al ritorno aveva deciso di lasciare il collegio per trasferirsi in un appartamento di Milano. 
Ebbi anche l'impressione che avesse instaurato  nuovi rapporti con chi poteva assicurargli nuove sfide, nuove avventure, nuove amicizie.  
Veniva di rado a trovarci ed utilizzava i buoni pasto che riuscivamo a procurargli.

Una macchina blu, ovvero l'inizio e la fine: la notizia del terribile incidente in cui perse la vita. 
Ricordo perfettamente chi lo annunciò, raccontando quello che era accaduto, evitando qualsiasi giudizio moralistico, di giustificazione o di condanna.
I lunghi viali milanesi, deserti, in una notte stranamente limpida, illuminata, inutilmente, da una serie di semafori che scandivano tempi senza senso;  forse un ostacolo improvviso, una frenata su una strada ridotta ad una lastra di ghiaccio, l' auto che sbanda, urta, si accartoccia e lo stringe in un abbraccio senza pietà. 
Diverse ore con fiamma ossidrica e cesoie, e, quando finalmente riescono ad estrarlo, Nino non c'é più: è ripartito per un altro viaggio.





16 marzo 2016  .   600 blu. 
Felice Lacetera continua nella sua opera 
di riaccenderci e trasmetterci memoria.
Questa volta in ricordo di Nino Amato, 
cusmino ed amico, tra i primi a lasciarci.
Pubblichiamo oggi la prima parte del suo articolo, la seconda seguirà entro quattro giorni insieme alla disvelazione della foto (del solito Michele Ranieri).

(prima parte)
600 blu 
Nell'articolo "il sesso ai tempi del Cusm" ricordavo come Nino Amato fosse solito prestare,  a coppiette desiderose di appartarsi,  la sua 600 che, per questo, era stata ribattezzata "la macchina dell'amore", o  lovecar
Parlandone con Piero si è pensato di scrivere un breve ricordo di Nino  per chi ha soggiornato al  Cusm in quegli anni  e  lo ha conosciuto solo superficialmente. 
Dunque la 600 blu ovvero  l'inizio e la fine
L'inizio di un viaggio, di una avventura,  di una sfida, e, in ogni caso, di una amicizia. 
Spesso si partiva in macchina  con una meta  ben precisa  e ci si ritrovava a fare tutt'altro: bastava, ad es.,  passare vicino ad un oratorio, affollato di ragazzini con un pallone,  per  schierarsi, uno per parte, e giocare l'ennesimo tempo di una partita destinata a non finire mai. 
Per Nino, non era tanto  importante la meta di un viaggio, arrivare dove ci si era prefissato, quanto  il viaggio in se stesso,  come occasione per consolidare vecchie amicizie o crearne di nuove, per vivere imprevedibili avventure. 
Spesso si  finiva con lo spingere a mano la 600 blu per chilometri, a causa di un guasto improvviso, questo sì imprevedibile, o per un calcolo errato sulla benzina, prevedibilissimo. 
Per lui era doveroso, poi,  come meridionali, tifare,  in particolare, per le squadre pugliesi e lucane di serie B,  quando venivano a giocare in Lombardia. 
Così ci ritrovammo spesso a Lecco,  a Como o a Monza a fare il tifo, da soli, in una tribuna riservata  ai tifosi della squadra di casa, e, per fortuna, le squadre meridionali finivano, quasi sempre, col perdere. 
Al ritorno una folle gimkana, fra i milanesi del rientro, per raggiungere il Collegio prima che chiudesse la mensa.  
In uno di quei pomeriggi passati in uno stadio ostile mi confidò che la sua militanza in gruppi di destra era dovuta al fatto che, a Foggia, quella era una scelta obbligata per uno  studente che avesse voluto far politica o occuparsi di problemi sociali.
Fra i tanti viaggi merita di essere ricordato il viaggio per il Natale del '67, un esempio di car sharing ante litteram. 
A partire da Milano, quell'anno,  eravamo in tre. Il terzo, di cui non ricordo il nome e me ne scuso, era uno studente, al primo anno di Università,   che aveva appena firmato  un contratto con una casa discografica milanese. 
Infatti era la voce solista di un gruppo musicale che allietava i turisti  nelle estati romagnole. 
Come ultimo arrivato toccava a lui provare tutte le nuove proposte musicali per individuare il genere che più gli si addiceva  o per valutare quale,  fra i  big, potesse  portare quella canzone  al successo. 
Per questo il nostro  aveva preso l'abitudine di provare in  Collegio, con l'aiuto dei tanti pianisti disponibili. 
Se ricordo bene,  proprio  in quegli anni, uno dei più bravi era  Gianfranco e queste prove erano seguite da un gruppetto di appassionati sempre più folto. Il clou si ebbe con la canzone "te lo leggo negli occhi" al punto che fu necessario  portare il pianoforte in  sala soggiorno, in modo da  permettere a tutti di ascoltare  e partecipare, magari con un coretto, alle prove. 
La canzone, poi, fu affidata al cantante "Dino", uno di quelli già affermati. 

(Continua ..)




30 gennaio 2016  .   Gavettoni nella Storia
Ti ricordo che i ricordi vanno tramutati in  
articoli da pubblicare sul blog. Fallo. Ora, prima che   
si perdano.    Di seguito leggi quello di Luigi Bonani
da poco tornato con noi, ma in prima fila nel 
mettere al sicuro memorie che diventano Storia.
Posso aiutarti, Piero (per il blog), con un ricordo che - per come mi è stato raccontato - si perde fra i tempi mitici degli inizi del Collegio (cioè gli anni : inverno 1961, 1962, primavera '63).          Erano i tempi del nonnismo e dei gavettoni (grandi quantitativi di acqua, distribuiti sulla testa di ignari ospiti - e non solo). L'acqua a volontà veniva fornita, principalmente, dall'utilizzo degli idranti antincendio che si trovavano in ogni piano. Si sapeva con quanta perizia alcuni degli ospiti riuscivano a padroneggiate (e dirigere) il getto violento di quegli idranti Si era nel giorno in cui il vescovo (se di Milano, ovvero di altra città, non so) veniva a fare visita in Collegio. C'era a riceverlo don Franco Fusetti (il primo degli assistenti spirituali assegnato ai collegiali - poi venne don Pietro Gianola), il quale lo avrebbe accolto al cancello esterno d'ingresso, per poi accompagnarlo lungo tutto il tratto scoperto (fino alla pensilina). Erano appostati, con il getto pronto, alcuni audaci. Don Fusetti (sua è la testimonianza, testuale, che mi è stata data) era all'erta e - quando il vescovo ebbe a domandare "Piove?" - egli replicò: "qualche goccia eccellenza, ma la prego acceleri il passo". E, senza tanti complimenti, sospinse l'ignara vittima verso la tettoia interna. Tecnicamente il gavettone non ci fu - solo un modesto spruzzo - ma è da escludere che gli operatori sull'idrante si fossero assegnati un limite (più probabilmente non si erano appostati su un piano abbastanza alto da garantire uno spruzzo diffuso). Neppure don Fusetti è stato in grado di appurare se l'eccellenza avesse mangiato la foglia e manifestasse uno stupore pilotato. Comunque pure il vescovo in visita (poteva, anche, essere un prelato di rango equivalente - cioè un vicario generale o un ausiliario) sfuggì ad uno dei primi agguati di una serie che si sarebbe rivelata infinita. Si potrà discutere finchè si vuole su questo tipo di nonnismo, praticato in Collegio, ma esso era fortemente ugualitario - accomunava tutti (ricchi e poveri - simpatici ed antipatici). Forse, quei vituperati nonni, avevano ben inteso che il ridicolo (gavettone o torta in faccia) poteva essere più rivoluzionario delle massime di Mao.     Ci vediamo.  Luigi   
NDR 

I gavettoni da me conosciuti erano, al piano, grandi battaglie a suon di secchiate nel periodo metà giugno-luglio e, sopratutto (supremo Molinini), lanci di sacchetti (anche senza "ett") in plastica, pieni d' acqua, dal piano (o dalla pensilina) per refrigerare i sottostanti durante (ma anche ante) i mesi estivi.






  30 gennaio 2016  .    Il Sesso - Felice.
Da Felice Lacetera un saggio ricordo 
(con trattino "-" omesso) 
(Anna Sarotti e Felice    -    Daniela Parolaro e Vincenzo Marti)
 il sesso ai tempi del Cusm
Confesso! il titolo è volutamente  intrigante, ma il vero scopo della mia testimonianza è più chiaro nel sottotitolo, che è il seguente: "ovvero, come è possibile che relazioni nate sulle suggestioni  del  libero amore  durino più di un frigorifero tedesco, di quelli di una volta?"
Comincio dal Cusm, inteso come edificio sito in via Rovani 300, angolo viale Fulvio Testi, che, chiuso per diversi anni, si animò improvvisamente (cioè cominciò a costruirsi un'anima), nel 1961, quando arrivarono i primi ospiti.
Era adatto all'accoglienza e all'integrazione di tante diversità: sesso, cultura , provenienza geografica, classe sociale, credo religioso e politico, razza.
I locali del piano terra: hall, soggiorno, sale tv, saletta con pianoforte, sala di lettura, biblioteche, studio, ristorante, teatro ecc., erano tutti concepiti per un utilizzo collettivo che favoriva processi  di socializzazione fra gli ospiti. Ad es. il teatro, oltre ad essere utilizzato per conferenze (interessante la prima nel '62 sul DNA, sull'onda del nobel vinto da 2 ricercatori americani), per un paio di concerti Jazz ed un campionato nazionale maschile di scherma, veniva usato anche per le  messe domenicali, per ascoltare o fare musica, tutti insieme: bastava unirsi con il proprio strumento agli altri (in teatro era parcheggiato continuamente un violoncello e, quindi, si poteva provare a suonare il basso).
Dunque all'interno del sistema di relazioni che animavano la vita del Cusm si sviluppavano , in modo naturale, anche rapporti affettivi  che portavano, altrettanto naturalmente, verso quelle che Mirella, nella sua testimonianza,  chiama "prove tecniche di sesso…"
Ora evidentemente alcune prove riuscivano meglio di altre: non si può certo  dire che una relazione sfociata in un matrimonio riparatore o, peggio, in una riparazione senza matrimonio, sia stata una prova positiva, mentre un  buon esito si ebbe con quella relazione triangolare, provvidenziale per salvaguardare l'amicizia dei due cusmini che si erano invaghiti della stessa cusmina: "una ragazza in due" secondo i Giganti ed un classico esempio di uso parziale alternativo, come si diceva dalle parti di Festa del Perdono.
E poi si favoleggiava di una  "Venere in pelliccia" secondo  Leopold Sacher-Masoch   e di una Lady Chatterley,  secondo D. H.Lawrence, il romanzo pubblicato in Gran Bretagna e sdoganato anche dalla censura americana proprio ad inizio anni ' 60.  E che dire, poi,  di un cusmino che aveva adottato il manifesto del Pontello-pensiero (Supersex)  «Ifix tcen tcen»?.  E' un vero peccato che il Grande Favoleggiatore non abbia accettato gli inviti di Piero, ci avrebbe  illuminato su come eravamo (e ce ne sarebbe stato per tutti).

I più fortunati potevano programmare  romantici finesettimana sui laghi lombardi, i meno dovevano accontentarsi di una colonna della sala soggiorno, dopo una certa ora. E tra i due estremi:  un alberghetto  di Sesto, per una "lunga, indimenticabile notte d'amore, ma dammi solo qualche secondo onde avere un'eccellente erezione!" (come l' avrebbe affrontata  Raniero-Verdone in" Viaggi di nozze");  e poi l'amore in auto  e, se l'auto non l'avevi, c'era sempre la "lovecar", la "600 ad ore" di Nino Amato, capace, se non avevi neanche la patente, di parcheggiarla da qualche parte e di andare a riprendersela, quando gli riportavi le chiavi (credo che a Nino sarebbe piaciuto  essere ricordato, anche in un questo contesto).  E poi tanta originalità  e creatività nell'arrangiarsi:  ad es., un approccio con una nipotina di frau Mekel, nel retropalco del teatro, lì dove Don Fusetti  conservava anche l'occorrente per la messa, non per amore di blasfemia, ma perchè il palco sarebbe stato un pò troppo da esibizionisti, nell'unica occasione in cui la lingua poteva non costituire un ostacolo insormontabile.

Al di là dei giudizi di merito è evidente che la contestazione, sviluppatasi alla fine degli anni '60 e in tanti paesi, sia occidentali che orientali,  metteva in discussione i principi  sociali, economici e politici di società che lasciavano poche opportunità ai giovani, agli operai, e, negli Stati Uniti, ai diversi gruppi etnici.

Ma attraverso quali strumenti si affermavano  modelli di comportamento che, in modo più o meno consapevole,  venivano fatti propri  da alcuni di noi? Oltre ai saggi e alle riviste che si occupavano espressamente dei problemi giovanili (dai "Quaderni Piacentini" a "Ombre rosse"), credo che letteratura, cinema e teatro siano stai ancora più efficaci, per via di  linguaggi diretti, capaci di emozionare e motivare: dagli scrittori della beat generation (anche a Tropico del Cancro fu tolto il bando all'inizio degli anni '60),  al  passaggio da Milano del  Living Theatre, in un Politecnico occupato,  con lo spettacolo "Paradise now";  dalla cultura dell'amore libero degli hippy californiani, anche  attraverso  film come "Easy rider", alla  condizione studentesca rappresentata in "Fragole e sangue " e in  Zabrinskie pointdi Antonioni;  la lunga scena d'amore girata nella death valley faceva tornare alla mente i quadri finali dello spettacolo del Leaving Theatre, quando gli attori, seminudi, invitavano gli spettatoti ad unirsi a loro in un lungo abbraccio
Ne  "il laureato", infine, si  rivendica la speranza che  i giovani costruiscano qualcosa di meglio dei loro genitori delusi e repressi, perbenisti di facciata. Ricordo anche un breve  passaggio a Milano di Georges Wolinski,  una delle vittime del terrorismo islamico, nell'assalto alla redazione di  Charlie Hebdo. Il suo spettacolo/manifesto  si intitolava  "Non voglio morire idiota!"

Siamo stati testimoni o amici  (e, spesso, tuttora lo siamo) di chi, in modo più o meno consapevole, ha fatto propri alcuni di questi modelli, come quelli che, ad es., hanno cercato ispirazione per la propria creatività artistica con la  giusta dose di qualcosa,  oppure quelli chehanno fondato una comune in una villetta  di viale Majno, con tanto di marujana in giardinoquelli che  dalla death valley non sono ancora tornati; quelli che hanno abbracciato filosofie orientali, e giurano di aver volato, sulle teste di amici e parenti a 2 mt di altezza  e, anche, quelle che  hanno seguito, e continuano ancora a seguire, le pratiche  dei movimenti  femminili più  radicali  e hanno fatto propria, ad es.,   la "proposta lesbica"  di Erica Jong, raccontata  in "Paura di volare".
E'  facile immaginare come sia difficile trovare coppie longeve in contesti come questi, e allora dove cercarle? 
Il Cusm offriva l'occasione di conoscere parecchio dell'altrui sesso (ma anche del proprio) e di prefigurarsi  il proprio futuro accanto ad una delle ospiti del collegio; prima della contestazione, senza alcun problema di inserimento nel mondo del lavoro e senza l'ipotesi divorzista  all'orizzonte, si cercava  una compagna  che fosse, tra le altre cose,  anche custode di  virtù domestiche e familiari, capace di conciliarle, se possibile, con una attività lavorativa (l'insegnamento, ad es). Tutto ciò diviene, negli anni delle rivolte studentesche,   inesorabilmente "piccolo borghese" e, pertanto,  deprecabile.  Quindi  occorre che  soprattutto le ragazze si mettano in discussione e cerchino muove prospettive e nuovi  ruoli sociali, cosa  impossibile all'interno dei movimenti, gruppi o partitini: non ricordo un solo intervento di una ragazza nelle assemblee studentesche di Festa del Perdono o di Città studi.  (Storicamente oltre a  Mara Cagol nelle B.R. e a  Ulriche Mehinoff della Baader-Meinoff in Germania,  non credo ci sia molto altro).
Essenzialmente la militanza nei gruppi organizzati si riduceva, per le ragazze, ad assolvere compiti organizzativi e di supporto;  era  di supporto, ad es., vegliare sul "riposo del guerriero" o  accogliere, magari,   "Re Carlo" quando  "tornava dalla guerra".
Occorreva, quindi,  provare a cercare il senso di  tutto ciò altrove  e questo era possibile all'interno stesso della coppia; si poteva   cioè avviare  un processo di conoscenza, basato sul dialogo, con lo scopo di stabilire significati che potessero essere condivisi, e, così facendo, costruire "fra tutti i mondi possibili, quello  in cui si era deciso di vivere"  (come sintetizzerà  H. Maturana proprio in quegli anni). E per chi non ha avviato ed alimentato quei  processi di conoscenza? La fine è pressoché  scontata, almeno nella cinematografia:  in "Kramer vs Kramer" la famiglia finisce dilaniata, ne  "La guerra dei Roses"  a morire,  fisicamente dilaniati,  sono i 2 protagonisti. Tutto qui! Mi scuso per le tante generalizzazioni e le tante citazioni, spero che le prime, grazie alle seconde, possono apparire  un pò meno gratuite, ma, in ogni caso, larga la foglia, stretta la via ...
NDR.   Foto più recente di Anna Sarotti e Felice Lacetera.





25 ottobre  .  Album Ricordi
Milano, appartamento di via Guerrini, da sinistra :
Mario Liccardi,  futuro maratoneta, amante
di dolce vino e (allora) di baby sitter.
Ida Castiglioni  (da appartamento in fianco) futura prima
velista italiana ad attraversare l'oceano Atlantico in solitaria.
Massimo Appiani  (residente) in posa Arancia Meccanica.
Gianna Ottochian  (proveniente dal piano di sotto) 
Luciana Donazzi e Pietro Maddaluna  in missione, da Sesto 
via Milanese 300.
Peppi Morello  presente ma dietro la macchina fotografica. 

e ...
via con una carrellata 
Mario .. Massimo .. Piero e Luciana 
la mano di Luciana 
Peppi Morello a sinistra  (e io fotografo)

Altro luogo, altro tempo
Massimo
Luciana e Piero (in lungo(io) .. Luciana)
Massimo e Cosa nostra

Torniamo in via Guerrini
.. mario, Giovanni Leo, Massimo e Alicia 
festeggiamenti ed affettuosità
gli inconvenienti dell' emancipazione femminile  
Alicia e Massimo, futuri Sposi
Bacco e Tabacco
e Venere 
Michele Sakelaridis (noto dongiovanni) seduto sul suo 
"posto di lavoro"
Pietro Maddaluna invece "ci si riposa"
* *
"Ciao Ciana"   :   il tuo piero
*
"Ciao Alicia"  :   il tuo massimo
*  *



25 ottobre  .  isole Tremiti  1967
*
San Giovanni decollato   Maratoneta oggi affermato  
Son Mariulo ed anche Mariuolo.
Massimo ho involato il Pandoro.
Nel Cassetto incollato avevo un Tesoro.
(per INFO : vedi "commenti",  in fondo) 
_____in campeggio alle Tremiti.    Peppi fotografa_____
tre FUSTI        e.. Paolo Minardi (con gli occhiali, ma ..
..  piedi  XL  li ha)
in terraferma, si torna a casa

 arrivato.     La 500, decapo (due),  è Grande !   (quasi) 
(tutte le foto dei due servizi sono dell' archivio di Peppi Morello) 
 



Su Mariulo (Mario Liccardi):
per il pandoro chiedere a Massimo Appiani,
per il cassetto chiedere a Gianbattista Giudici (Titta)

pm




29 settembre 2015   RimemBrando
Nel post del 20 settembre avevo accennato 
alla ripresa di contatto con Luigi Bonani.
Non potrà essere con noi a Varenna ma ci darà 
presto nuovo motivo di incontro sul blog.
Di persona, invece, alla prossima occasione. 
Luigi Bonani :
Salute Pietro
Ho consultato il sito dedicato al cusm e al '68.
Ho letto con dolore l'elenco di coloro che sono nel frattempo deceduti.
Fra le altre Danila Zadra e Marina Bonora. Di questa ricordo che quando la conobbi nel novembre del 1963 ebbi a pensare che era la più bella di tutte le collegiali.
Anche Pramaggiore se n'è andato.
Non ho trovato un nome e vorrei ricordarlo io - Salvo (Salvatore) Gozzo trovato suicida nella sua camera in Collegio nell'ottobre del 1964
Studiava biologia ed era più avanti di noi, negli anni, perchè aveva già fatto il serizio militare.
Lo avevo avvicinato (negli ultimi tempi prima del suo gesto) perchè reclamava, con il suo fare depresso, un po' di attenzione.
Ricordo che, nel tentativo di distrarlo, lo avevo rimorchiato, tra l'altro, a vedere un film comico. All'uscita ebbe a lamentare che si era riso poco.
A cose fatte si venne a sapere che c'era stato un precedente tentativo di suicidio non riuscito.
I bene informati misero in giro la voce che il suo gesto estremo era stato causato da un amore non corrisposto. Una colleggiale, di cui ricordo il nome, gli aveva dato ad intendere una promessa che non aveva mantenuto.
Mi è rimasto l'amaro in bocca perchè gli ero stato vicino negli ultimissimi giorni senza realizzare che, in certi casi, per un amore perduto si può anche decidere di morire.
Non mi è più capitato di essere conoscente di un suicida. Sono stato fortunato. 
Luigi
PS Se puoi, a Varenna salutami Andretta (il foggiano) e Silvia Castagna (ancora anestesista?). Con lui ho frequentato il primo anno di chimica industriale (sei esami superati) -  subito dopo ho deciso che la mia strada era la giurisprudenza e l'avvocatura.
Sempre se puoi, saluta Nino Allogio e Adriano De Carli - data la mia nota propensione per il lavoro subordinato essi non potrebbero mai immaginare che, nella fase conclusiva, ho scelto la libera professione (mi sono sbarazzato delle mie velleità bancarie).

. Ho ricordato Salvo nel blog, insieme a chi ci ha troppo presto   lasciati.
  Ricordo che lo avrebbero seguito, in quella scelta, Guido        Gennaro, ed il Dettori 
Ho girato la email di Luigi agli amici indicati nel suo post         scriptum.
. Segue la risposta di Albert 
  
Adriano Decarli :
Benvenuto a Luigi. Bentornato tra noi a respirare aria di CUSM! Mentre incoscienti "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" e si va stimolati dalla vivace fantasia di Vate Maddu a tentar di allungar la lista dei corrispondenti e gozzovigliatori ci riporti alla realtà. Con tono altamente partecipato e con discrezione noti che nel testo introduttivo del nostro sito manca un nome e ci fornisci dettagli, struggentemente personali, su un grave fatto di cui sicuramente pochi hanno memoria, per quanto confusa. Anche per fenomeni di rimozione penso: tali eventi da giovani, se direttamente non ti sfiorano, tendi facilmente a rimuoverli e non li ritrovi più fra i pochi neuroni rimasti. In realtà si evocò un fatto simile, che probabilmente è lo stesso riportato da Luigi, in occasione di uno scherzo alla "Amici miei" che qualcuno realizzò al CUSM ( sicuramente c'era di mezzo Baffo in una pausa dei suoi forsennati studi di Anatomia,materia che studiava già da anni e che avrebbe studiato per anni sino alla laurea: la diede come ultimo esame). Lanciarono dall'ultimo piano un "grave" come direbbero Benza e Palombo, un ammasso di qualcosa  di forma allungata, accompagnando la caduta con un urlo straziante ( questo mi convince che ci fosse di mezzo Rasella). L'urlo e il tonfo fecero accorrere  D'Intino ( che era l'oggetto dello scherzo) impallidito verso il luogo dell'impatto (lato nord del CUSM). Quando là giunse, terrorizzato, vide alzarsi da terra un umano ( Baffo ???) che con leggiadria si scrollava la polvere ( inesistente) di dosso. In coda a questo trucido scherzo a cui qualcuno, potrebbe aggiungere nomi e particolari che non appartengono alla mia memoria, si parlò di un ex-cusm che si era suicidato anni prima. Allora dello scherzo si rise molto, oggi non sarei in grado di farlo perché anch'io ho vissuto il trauma citato da Luigi.
E ritornando a Luigi, l'ultima volta che lo vidi fu assieme a Nino (Alloggio) e Eddy (Sanfilippo) ad un concerto nella Chiesa di S.Maria della Passione in Via Conservatorio. Era l'inizio dell'ultimo trentennio,brevissimo, di quel che è ormai passato alla storia come il secolo breve.
Con lui dopo il concerto parlammo della particolarità e delle difficoltà inerenti il Diritto Canonico, che in quel periodo era il suo principale interesse. Ora il saperlo in una inimmaginabile attività libero professionale me lo fa pensare impegnato ad annullare matrimoni presso la S.Rota.
Luigi aveva la capacità di ascoltare senza pregiudizi, pazienza e pacatezza  per cui sono sicuro sia un eccellente professionista.
Speriamo di vederci al più presto in uno dei nostri convivi.
Albert
PS: chiedo a Nino, memoria storica del ns piccolo gruppo di aiutarmi a meglio precisare i miei ricordi, anche correggendo eventuali errori e aggiungendo particolari. Qualunque cosa ricordi Nino, è la verità.

A Luigi ho chiesto una sua foto del periodo.
Eccola, con suo commento sulla mise
Luigi Bonani :
Salute Pietro
Sono costretto, per problemi tecnici, ad aggiungere il commento, alla foto già inviata, con separata e mail. 
In essa mi presento con una "divisa" significativa. Era il vestito destinato appositamente al Gran Ballo del Collegio - l'occasione mondana che, nei primi anni, di svolgeva verso la metà di dicembre (solitamente con l'intervento di un complesso canoro esterno).
Era l'evento che sottolineava la differenza fra i collegiali ricchi e quelli poveri (scusa la crudezza - ma era proprio così). Naturalmente, non solo il vestito faceva la differenza.
La mia foto (dei primi mesi del 1966) ha anche un altro valore simbolico - quell'anno segnò lo spartiacque fra il Collegio "prima maniera" e quello successivo.
Nel "primo" Collegio vigeva la regola della giacca e cravatta. Sopratutto nel pranzo serale erano ben pochi coloro che si sottraevano alla formalità di tale abbigliamento.
Pressappoco agli inizi del 1967 questa regola cominciò a scomparire (era il preludio del '68 - con l'eskimo ed i jeans).
Molti di coloro che interverranno a Varenna li ricordo addobbati come me (la foto) nel 1966 e, non molto tempo dopo, in tenuta pre-contestazione.
Naturalmente, con ciò, non rimpiango affatto gli anni del ballo annuale e delle toilettes femminili delle grandi occasioni.
Voglio piuttosto rilevare come il rapido mutamento della "divisa" dei cusmini rappresentò la prova palese che un intero mondo, in breve tempo, tramontava. 
Un caro saluto.
Ricordo che durante una festa da ballo, forse la 
prima a cui partecipai, dal guardaroba sparì la pelliccia 
di una fanciulla ospite.  Esproprio proletario ante 
litteram, appropriazione indebita, tragico errore 
o, diciamolo, furto ? 





20 settembre 2015 .  la borsa, lo studio, la musica
Dopo gli umanisti (Mirella, Paolo, Giacomo), la parola 
agli scienziati : Fernando Palombo in primis.
Su Google ne trovi il profilo.    Vedrai che ha tratto gran buon profitto 
dall' impegno allora profuso nello studio. Grazie, Fernando.
Caro Piero,
anch'io come Mirella, Giacomo e Paolo sono stato borsista al collegio universitario di Sesto San Giovanni. Ne sono stato ospite dal 1965 sino al trasferimento in via Bassini, nel 1969.

Pensare al Collegio di Sesto è per me rivedere come ero (e come mi sentivo) arrivando dalla lontana Brindisi. Avevo vinto un posto gratuito ed i soldi che avevo in tasca erano davvero pochi, ma non me ne importava. Io ero lì per studiare perchè, pensavo, ottenere eccellenti risultati negli esami mi avrebbe sicuramente portato a realizzare i miei ambiziosi sogni. Ed infatti al collegio io ho studiato, ho studiato molto. Di Milano e di Sesto San Giovanni di fatto conoscevo ben poco. Il mio mondo per quattro anni è stato il collegio e il dipartimento di Fisica. 

In collegio avevo una ristretta cerchia di amici e amiche con i quali trascorrevo il poco tempo libero. Studiavo sì, ma non sempre da solo. Alcune cusmine erano anche mie compagne di corso a Fisica e spesso studiavo insieme a loro. C'erano poi i vicini di camera, sul corridoio del terzo piano, conoscenze approfondite solo in pochi casi (purtroppo, dico ora) e tutti quei ragazzi e ragazze che incrociavo in mensa, nella sala di soggiorno o sul pullman che ci portava in università. Ora lo so, avere attorno tanti coetanei, anche se spesso poco frequentati, è   stato ben diverso dallo studiare completamente solo in una stanza presa in affitto.

Vorrei ricordare un fatto (diciamo simpatico) che mi capitato  pochi giorni dopo la mia entrata in collegio. Sto parlando del 1965 quando ancora la goliardia imperava.  Una sera alcuni studenti bussano alla mia stanza e mi dicono di seguirli. Io li  seguo ed assieme andiamo in un locale dove ci sono altri universitari "anziani". Il loro "comandante" mi informa che ero stato scelto (selezionato?) per partecipare al "musichiere", versione goliardica (e in alcuni punti dolorosa) del noto programma televisivo di Mario Riva. Non ricordo se la stessa sera o l'indomani sera si è rappresentato il musichiere. Ricordo bene però  di aver perso. 

La mia prima partecipazione agli incontri dei cusmini è stata a Bergamo l'anno scorso. Al mio arrivo, mi hai  accolto molto cordialmente e in quell'istante il mio pensiero è volato al "comandante" del musichiere di 50 anni fa in collegio! Questa volta però ho sorriso!

Vorrei ringraziarti per il tempo e le energie che dedichi per migliorare i contenuti del blog e per cercare nuovi cusmini. Considero questo blog molto utile. Ti ringrazio anche per avermi dato  la possibilità  di rivedere tanti miei vecchi amici.

Ciao
Fernando 

Fernando in basso, al centro
con a dx Carlo Geri, a sx Rudi Schoenhuber
1
Io devo ringraziare in primis Pippo, che ha costruito il blog per come lo vedete, quindi Paolo, che ha chiamato a raccolta gli ex. 
2
Sull' argomento "matricole", onde render il clima goliardico di quel tempo, riporto quanto mi scrive il nostro Luigi Bonani appena rintracciato:  
"..Ricordi quando, nel novembre del 1964, il Dettori ti contestò un comportamento "nazista" nei confronti delle matricole processate e lustrate? Io ero un famelico fagiolo..".
In realtà, per quel motivo, fui anche espulso dal collegio, dove potei rientrare (ufficialmente) solo nel settembre successivo . Nella sezione reperti archeologici, all'inizio, trovi il manifesto che motivò detta sanzione (l'originale è conservato da Mario Liccardi)
3
Il Musichiere era una gara musicale tra matricole. 
Un primo "volontario" forniva, giù le braghe, le 2 campanelle da far risuonare. Altri due, riconosciuto il motivo musicale all' uopo accennato, dopo breve corsa, con mano tesa si contendevano lo schiaffo vincente alle dette pendenti.
Orecchio fino, conoscenza repertorio e scatto i requisiti per non finire nella "postazione campanule" destinata al perdente della tenzone.  Quindi campanule subito pronte per una novella canzone ed alla botta del più lesto tra i due nuovi contendenti.  Il modello, dati i tempi, era taylorista e premiante del merito. Poi venne il '68. 
Piero  






31 luglio 2015  Algebra e Platone
Giacomo Zerilli mi ha inviato una email destinata a Mirella 
sull' argomento "borsa"  (e io l'ho girata alla nostra) 
poi, su mia richiesta, una variante per tutti noi.  Eccone il testo
Rieccomi Piero,
per confermarti, con qualche integrazione, quanto ho scritto a Mirella Zocchi e cioè che 

1. anch'io sono stato un borsista ed ho ricevuto, in Sicilia, nel 1965, la  lettera della Statale per l'assegnazione della borsa di studio ad integrazione del presalario ed è anche per questa mia "coscienza di classe" che ho risposto,  in mancanza però del testo originale;

2. condivido complessivamente tutte le valutazioni di Mirella sull'esperienza del Cusm, anche se penso che sia possibile fare interessanti riflessioni, di livello micro, sulla vita di allora in quel luogo. Ciò con riferimento sia alle caratteristiche individuali di ogni cusmino che alla provenienze sociali e territoriali, si da pervenire alla conclusione che la vita di quella collettività era assai articolata, variegata e complessa;

3. la mia esperienza ed Il mio punto di vista sul Cusm è certamente parziale, avendo io abbandonato volontariamente via Rovani 300 dopo soli due anni, per difficoltà che oggi riconosco essere state esclusivamente personali;

4. la particolarità di oggi è che invece io partecipo agli incontri che vengono promossi tra gli ex molto volentieri e con piacere, nonostante che i miei contatti di allora siano prossimi allo zero. Di molti, di quei due anni, mi è rimasto in mente solamente il contorno del viso o del nome o i residui di qualche contatto, su cui oggi mi cimento per costruire probabilmente una mia realtà, dei rapporti che rispondano ai miei desideri.  Per questo a Mirella ho parlato di somma algebrica tra ieri ed oggi, nel senso che oggi, venute meno, almeno in parte, le difficoltà di allora, riesco a fare una operazione di recupero, di tipo algebrico.

5. D'altronde che di recupero si tratti, lo dimostra, in modo del tutto singolare, la circostanza di aver subito, qualche anno fa, proprio negli stessi locali  dove eravamo stati studenti, un intervento chirurgico alla prostata e grazie alla prostata io ti ho contattato, Piero !

6. In conclusione, devo pensare che, aspetti chirurgici a parte, ci possa  essere una metafisica del Cusm o che possa esistere l'Idea platonica del Collegio, anche se oggi la memoria non ci aiuta  ad individuare ancora chi di noi eseguisse allora, al pianoforte, la Toccata e Fuga in re minore di Bach.

Non mi dilungo oltre e saluto anche i colleghi borsisti Mirella Zocchi e Paolo Pulina. A Mirella dico che ero convinto di averla incrociata a suo tempo in collegio, ma purtroppo la data della sua lettera lo escluderebbe, peccato!

Ciao Piero
giacomo






23 luglio2015 .  Deposito cauzionale : 10000 lire
Ricevo da Paolo Pulina (vedi) e pubblico per Mirella ed i nostri lettori

Cara Mirella, una lettera identica alla tua la ricevetti anch'io nel settembre 1967. Informatici, io e Bruno Paba (anche lui destinatario della entusiasmante missiva), su come regolarizzare la nostra posizione e su come versare il deposito cauzionale di Lire 10.000, la risposta tassativa fu che, anche se residenti in Sardegna, dovevamo presentarci personalmente all' Ufficio Assistenza e depositare la quota! Una parola! Si trattava per noi di fare il viaggio in nave (non paragonabile certo a nessuna di quelle che oggi assicurano la traversata) Porto Torres -Genova e poi in  treno Genova-Milano. Un viaggio di andata e ritorno, a parte il costo, mai affrontato prima di allora. In ogni caso non veniva concesso che la fondamentale "regolarizzazione" potesse avvenire dopo il nostro arrivo in Collegio all'inizio dell'anno accademico 1967-1968. Quindi, se non si voleva perdere il posto, bisognava muoversi. Certo, anche se ridotto all'essenziale, fu un soggiorno che ci consentì di fare la prima "esplorazione" del per noi allora mitico centro di Milano raggiunto pedibus calcantibus  (la moneta non abbondava) da un alberghetto di Via Camillo Finocchiaro Aprile (vicino alla Stazione Centrale), giurista e uomo politico siciliano (1851-1916), che dopo quella prima avventura milanese non potevo certo dimenticare. Così come non potevo non conservare gelosamente - come ha fatto Mirella Zocchi - busta e lettera a firma del rettore Giovanni Polvani (fisico; rettore da ott. 1966 a ott. 1969; a Polvani subentrò fino al 1972 il microbiologo Romolo Deotto e poi il docente di mineralogia Giuseppe Schiavinato). 

Morale in versi: 

Sono Pulina, il destinatario. 
 Ho pagato il "carico" sulla busta. 
 A voi sembra cosa giusta 
 che faccia viaggio naval-ferroviario 
 per pagare deposito cauzionale. 
 Ebbene, anche se non era razionale, 
 siete stati accontentati! 
 Dopo quasi cinquant'anni 
 dai fatti raccontati, 
 voi,  Ufficio Assistenza, "tiranni", 
 sappiate che foste subito perdonati: 
 appena messo piede in Via Festa del Perdono 
 per averci dato, per dono, 
 come nuovo "paese" 
 il Collegio universitario di Via Milanese! 
 In sostituzione del pre-salario 
 il CUSM, cosmo straordinario! 

Paolo Pulina







21 luglio 2015  .  la Borsa e la Vita
la Borsa o la Vita ?    Non per la nostra Mirella.  La Borsa di studio 
la Vita, impegnata ma anche dolce e bella, nel nuovo ambiente 
milanese.              I N S I E M E,   la Borsa e la Vita .               
 Ecco una sua testimonianza su quegli anni comuni.
12 luglio 2015
Nella sua funzione di storico ufficiale del CUSM, Maddaluna raccoglie documenti iconici (per il volgo:  fotografie) e sollecita la scrittura di testimonianze, prima che i ricordi si cancellino per l’effetto incrociato  della sempre maggiore distanza temporale e della fragilità ormai quasi senile della memoria.

   Io non dispongo di foto: ho cercato in scatoloni, cassetti, buste  e libri, ma molti successivi traslochi hanno evidentemente devastato il mio patrimonio documentale. Però ho trovato e posso condividere la lettera con cui  l’Università degli Studi di Milano mi comunicava ufficialmente che avevo ottenuto  un posto gratuito al Collegio Universitario di Sesto.
Era l’ottobre del 1967 e la lettera è un pezzo vintage che presenta evidenti  tratti d’epoca.
Vi prego di notare il patetico font (allora si diceva “carattere”)  di una macchina per scrivere ormai da Museo della Scienza, il linguaggio burocratico quasi ottocentesco, il logo classicheggiante della Universitas Studiorum Mediolanensis (sarà cambiato nel frattempo?), la busta con la tassa che, nella sua sobrietà economica, l’Università metteva  a carico del destinatario, e infine la forma quasi quadrata della busta, oggi praticamente introvabile, come le Nazionali senza filtro.

   Quella lettera è stata per me uno snodo essenziale, il passaporto per una dimensione libera e adulta di vita. Cerco di spiegarmi. Fino  allora ero sempre vissuta in famiglia,  non  particolarmente repressiva, per i tempi, ma in ogni caso  la famiglia significava controllo sull’uscire e sul rientrare, sugli abiti (la minigonna non doveva essere troppo mini e i jeans solo per le gite), sull’ora di andare a tavola, sulle cose da fare e su quelle da non fare, e famiglia voleva anche dire schiacciante maggioranza di adulti: a fronte di pochi cugini, molti  nonni, zii e prozii in età avanzata (cioè la mia di adesso, più o meno) e di mentalità aperta come Tutankamen.

   La lettera mi portava fuori di casa – e per una ragione assolutamente inattaccabile: studiare – sottratta  a ogni limitazione e, questo è stato per me l’aspetto più sconvolgente, in una nuova “famiglia” tutta di giovani, in cui le poche figure adulte, che pure c’erano, dietro le quinte, erano invisibili e, quando si materializzavano, venivano allegramente sbeffeggiate. Si mangiava  a una tavola di ragazzi, si passavano le ore di ozio in una sala di soggiorno piena di ragazzi, si studiava  in una sala di studio dove c’erano solo ragazzi, si usciva in gruppo, magari fino a notte fonda, e qualche volta si coglieva l’occasione per prove tecniche di sesso…  ma, per quanto possa sembrare strano, per me non era quello l’aspetto più importante della situazione, bensì il fatto di essere, per la prima volta nella vita, tra coetanei e  in un regime di completa autodeterminazione.

Il CUSM è stato un luogo di rivoluzione: non per le discussioni ingenuamente massimaliste che sarebbero divampate  dai primi mesi del ’68 ma per il modo di vivere che consentiva,  sociologicamente inedito nella realtà italiana del tempo. I college anglosassoni dei film e dei libri mi erano sempre apparsi mitici e inattingibili e ora il CUSM li riproduceva e me ne consentiva l’accesso.  E mi domando – anzi vi domando colleghi cusmini – se anche per voi il CUSM ha avuto questa valenza. 
Dunque, il CUSM è stato il luogo della  libertà da adulti, anche se veramente adulti non eravamo, è stato il luogo di amori e di amicizie, scelti in modo assolutamente autonomo e dunque tenaci.  Gli anni e le persone del CUSM non possono non avere uno spazio privilegiato nella memoria e guardare le  foto del blog produce sempre un effetto magico: per un momento il tempo torna indietro e  ci si preoccupa solo del prossimo esame, al posto di tante altre asperità che ingombrano la nostra vita di oggi. 
 Mirella Zocchi



nostri borsisti.               I borsisti del CUSM. 

Chi sa dove è finita la lettera arrivata a Ciana (Luciana 
Donazzi).     A lei la borsa fu "offerta" dalla Montedison,  
quasi a mò di viatico del nostro futuro comune cammino !

(Spiego: mio padre, da sempre in sevizio alla Montecatini, 
poi Montedison, con il suo stipendio mi manteneva in 
collegio.           Segui il denaro e capirai.      Dicitur ...)

tu,  borsista che ci leggi, la tua lettera  l' hai custodita 
nel cassettoinsieme ai tuoi sogni  ?

Poi, per saperne di più sulla Mirella di oggi, cerca in GOOGLE
(e vieni ai nostri incontri)
RAGAZZE E RAGAZZI STORIE DI OGGI
non  de  te  fabula  narratur






16 giugno 2015  .  il Pianista, io cerco
Dal giro di email scambiate con Giacomo Zerilli  (in foto d' epoca) mi piace allungarvi questa sua ultima, anche in sintonia con il prossimo incontro

Ciao Piero,
sono in Valsassina, praticamente qualche centinaio di metri sopra Varenna e ti anticipo la mia email. Quel brano musicale te l'ho mandato, perché in quella versione per pianoforte, l'ho ascoltato dal vivo, per la prima volta e in parte, nel 1965, eseguito da uno di noi sul pianoforte del collegio in un teatro deserto. Forse te ne ho già accennato.        
Chi fosse e come si chiamasse l'esecutore, nostro collega cusmino, non so. So che ieri mattina riascoltando il pezzo su radio 3, i ricordi si sono ravvivati.        
La toccata e fuga in Re Minore di Bach non è musichetta e non è di facile esecuzione e quindi non può non colpire e non lasciare traccia.   Certamente, quello che conta per me potrebbe essere insignificante per altri, ma io te l'ho mandato perché tu sei quello che recuperi, conservi e fai rivivere i ricordi di ieri, ricordi che fanno la consistenza dei volti di oggi e di quelli che non ci sono più.        Ora, ricordare dopo 50 anni l'esecuzione di un brano musicale, con le emozioni connesse, per me  è cosa rilevante. Mi sembra un estensione che in fotografia si chiama profondità di campo.     C'è un aspetto tecnico musicale, un altro sulla natura dei ricordi, sul loro collegamento e sull'esistenza e consistenza di un mondo mentale.        Non è la prima volta che mi torna in mente questo episodio, tanto è che non molto tempo fa ho acquistato, appositamente, la versione per pianoforte della Toccata, che è quella che ti ho mandato, conservandola insieme a quella per organo e ieri, prima di partire, ho riascoltato sia l'una che l'altra.    Di quel collega pianista del collegio, come ti dicevo, non so nulla e forse tu, da solo o con i tuoi collegamenti, potresti individuarlo. La Toccata e Fuga in Re Minore di Bach non è come una foto che si possa mettere sul blog, con l'etichetta "cercasi pianista di 50 anni fa" !
Cari saluti

Era  Cristophe Daverio  il pianista di 50 anni fa 
Cristophe, se leggi,   batti un tasto !
27 giugno
Carlo Di Alesio : 
Dubito che il pianista che eseguiva Bach potesse essere 
   Christophe Daverio; se non sbaglio, al CUSM venne qualche 
   anno dopo, direi nel 1968 0 1969.."
io : 
Per me Cusm è un piano sequenza. Tutti insieme  appassionatamente
  Ma hai ragione tu, ad evidenza.

2 agosto 
 Giacomo, che  
aggiunge alcuni dati, pescati dalla memoria remota, sul pianista
      " - statura bassa e corporatura minuta
        - convenzionale nel vestire (giacca e cravatta?)
        - capelli scuri e bene pettinati
        - montatura degli occhiali alla Luttazzi
        - nel 65/66 aveva non meno di 3 o 4 bolli "

Non era Cristophe ...
 Caccia   al pianista   aperta 


  



13 maggio 2015  .   Ciccio 1967  
foto d' epoca,  archivio Adriano Decarli.
 Opere socialmente utili di Gabriele Guerrini 
Qui estratto da " come eravamo " ( foto del gruppo spala )




27 aprile 2015    da Giuseppe Scordo
in foto con Vito Lo Castro, grande amico di Mimmo Mazza..
In compagnia, noi tre ed altri , ad es Giorgio Bertolotti (c..),
papà, ecc. ci siamo scolati qualche bicchiere di birra.
Io, dopo il biennio di ingegneria a Cagliari (68-69) mi sono
trasferito al CUSM nell' autunno del 69 e vi sono stato fino
alla laurea al Politecnico (1972).

L' indirizzo Google dove puoi trovare 
le mie iniziative post pensione è:
     'www.gisco.altervista.org'.     
 (Gisco  sta per Giuseppe Scordo). 
Giuseppe Scordo  E  Vito Lo Castro 
Un saluto a tutti,   
Beppe




aprile 2015 .  da Pasquale Giammario
Mi sono imbattuto nel vostro blog su segnalazione di un amico: 
sono stato al CUSM dal  1966 al 1970  
e riconosco/conosco alcuni di voi. 
E' stato un piacevole tuffo nel passato. Mi piacerebbe riprendere 
i contatti con voi e forse qualcuno si ricorda di me.     
Studiavo Chimica Industriale a Città Studi dopo la
 laurea sono partito per 2 anni in servizio civile in Africa.
Vi mando una foto di quei tempi e spero di rivedervi in 
una prossima occasione di incontro.      
Pasquale Giammario



20 gen 2015  L' inaugurazione e ...

 L’inaugurazione e … il filosofo
  Non ricordo il giorno della settimana ma forse era un venerdì (mio giorno fortunato) quando il presidente della repubblica italiana Giovanni Gronchi venne in quel di Sesto per tagliare il nastro del CUSM, primo collegio statale universitario italiano misto, anzi diciamo europeo così mi sento più “grande” per esserci stata.
  Era il novembre 1961, una bella giornata (o la ricordo io tale) e mi sentivo molto eccitata perché mi era stata promessa per quel giorno la consegna del papiro da parte di un vecchione con (diceva) ben 16 bolli che disponeva sulla carta come una molecola chimica, visto che frequentava quella facoltà.
  Il pagamento avrebbe dovuto essere una stecca di sigarette che, naturalmente, io non avevo visto che i miei genitori avevano deciso di darmi 30.000 lire al mese per vivere (e per orgoglio non potevo chiedere di più poiché ero stata io a volere venire a Milano) così mi arrabattavo in mille questioni per superare l’ostacolo e farmi dare egualmente quel lasciapassare a quei tempi importantissimo soprattutto se rilasciato da uno con così tanti bolli.
  La storia non andava avanti ma ecco la spavalda ispirazione detta tremolando:
 “Se riesco a farmi firmare il papiro da Gronchi non ti do niente”.
  “Va benissimo ma se non ci riesci il prezzo triplica o sono guai!”
  Accidenti, il compito non era facile ma dovevo arrivare in fondo così prendo il papiro arrotolato che non avevo ancora visto, mi faccio dare una biro e mi avvicino tutta festosa e sorridente (fuori non dentro di me) a Gronchi (allora non c’erano guardie del corpo e barriere di nessun genere) che stava chiacchierando con (?) e gli spiego la situazione.
  Ricordo il suo stupore alla mia richiesta poi con aria complice mi dice che lui aveva racimolato 6 o più bolli e che avrebbe firmato dopo avere letto il papiro e solo se era possibile: srotola, sorridacchia, mi domanda se sapevo cosa gli avevo chiesto e io gli rispondo che era l’unico sistema per non pagare il fio.
  Ci pensa un po’ su, ricorda (forse con nostalgia) la sua avventura di matricola impacciata e:
 “Facciamo così: io glielo firmo ma solo dietro così lei vince la scommessa e io posso fare finta di avere messo il mio autografo su un foglio qualsiasi che mi è stato porto” e con aria sorniona prende la penna stilografica dal suo taschino (la biro non è abbastanza per un autografo così importante), gira il papiro e fa un’ampia firma!
  Scoppio di felicità e torno orgogliosa dal vecchione incredulo che mi fa i complimenti per la faccia di bronzo che mi ritrovo. Tutti vogliono vedere il papiro firmato e … io non ne ho saputo più nulla perché qualcuno ha pensato bene di appropriarsene come cimelio unico e raro: sarebbe davvero carino ritrovarlo adesso … chissà “non è mai troppo tardi”.
  Del periodo passato al CUSM ricordo con grande piacere il campo di margherite fiorite che si vedeva diciamo a perdita d’occhio dalla finestra nel mese di maggio, bianco e verde, allegro, ondulante se tirava vento. Ogni tre o quattro giorni andavo a raccoglierne un mazzo per mettere quella meraviglia in camera e un giorno ho incontrato il proprietario, una persona che ricordo anziana e molto interessante.
  Chiacchierando di quella meraviglia dentro la quale ci trovavamo mi disse:
  “Io sono ignorante, a mala pena so fare la mia firma però in mezzo a questi fiori selvatici mi sento felice. Compiango i miei figli che hanno studiato e non vedono l’ora di vendere questa meraviglia. Lo studio ha tolto loro la semplicità di riuscire a essere felici con poco”.
  E’ una filosofia che mi ha fatto pensare molto e ancora adesso cerco di gioire anche per le cose più semplici.
Flavia Carnevali   

Franca Gaspari,  Gioi Indelicato,  Flavia,  Lalla Bosi  e ... 
Marco Sitia,  Paolo ... , Franca Gaspari,  Flavia 
Marco Sitia,  Gioi Indelicato,  Franca Gaspari,  Flavia
( ndr : attenzione, in queste foto  Flavia era Molinari )

  





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